Coro di Ratisbona, 547 bambini vittime di violenza “come un campo di concentramento”.

Più di 500 bambini vittime di violenza, dove non ci si sarebbe mai immaginati. Lì dove un genitore credeva di lasciare i propri figli in “buone mani”, nel coro di una chiesa. Non in una chiesa qualunque ma nel Duomo di Ratisbona.

Sono stati segnalati 547 abusi sia corporali che sessuali dall’avvocato Ulrich Weber. Nella relazione si “punta il dito” verso 49 possibili colpevoli tra insegnanti e preti che abusarono dei bambini tra il 1945 e l’inizio degli anni ’90.

L’avvocato però non si ferma solo a queste accuse ma dà una certa responsabilità a George Ratzinger, fratello di Papa Benedetto XVI, colpevolizzandolo di non aver fatto niente pur sapendo cosa stava succedendo sotto i suoi occhi.

Questo fatto però, non è una novità. Già nel 2010 l’allora vescovo, Gerhard Ludwig Muller, aveva parlato di abusi del coro. Nello stesso anno George Ratzinger aveva rilasciato un’intervista dove si sentiva estraneo da queste accuse e incredulo che la chiesa potesse c’entrare qualcosa con i fatti descritti.

Abusi ai bimbi del coro di Ratisbona, parlano le vittime

Oggi parlano le vittime, raccontando attraverso testimonianze e lettere la loro infanzia rubata. Ormai adulti, definiscono quel periodo il peggiore della loro vita e lo paragonano a una “prigione, come un inferno e come un campo di concentramento”.

Nelle lettere che i bambini scrivevano ai genitori dal collegio, si legge la paura e la voglia di scappare via da quel luogo che doveva insegnare a loro a vivere nel bene e non nella violenza. Qualsiasi cosa era pretesto per causare sofferenza a questi bambini, anche il provare nostalgia di casa era proibito.

Fuga dal coro di Ratisbona, bimbi scavavano con le mani

Un ex allievo racconta delle varie proibizioni subite a Ratisbona. Una delle tante era quella di non poter avere nessun contatto con la propria famiglia. Anche per questo, furono molti gli episodi di bambini che cercarono di scappare scavando con le proprie mani delle vie di fuga per ritornare a casa. Non appena venivano presi, però, ne pagavano le conseguenze. Non è raro leggere di bimbi che raccontano di essere stati picchiati “davanti agli occhi degli altri”.

Tra le numerose testimonianza c’è anche quella di “Abusato dalla Chiesa” (Von der Kirche missbraucht). È l’autobiografia uscita all’inizio del 2017 di Alexander Probst, nella quale l’uomo ripercorre la sua “traumatica infanzia nel collegio del Regensburger Domspatzen”. 

Accuse di violenze al coro, nessun processo

Probabilmente, gli autori delle violenze non saranno processati, in quanto i reati sono prescritti. Mentre le ferite subite da quei 547 bambini, ormai adulti, saranno indelebili. L’attenzione verso la tematica, però, sarà una volta per tutte, ai massimi livelli. E nessuno (si spera) si potrà più voltare dall’altra parte.

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