Flora, segretaria a Parigi, senzatetto a Como: “Non sarà mai un’abitudine”

“Mi chiamo Flora, ho 59 anni, sono nata a Senlis in Francia e sono di genitori italiani, veneti, provincia di Treviso da Selva del Montello, paesino molto carino. Mi sono sposata nel 1986 con un architetto di interni che lavorava molto bene. Purtroppo ora sono da 5 anni senza lavoro. Ho tre figli, M. S. e P. 18 anni il primo, S. 25 già compiuti e 17 l’ultimo. Io vi voglio raccontare che sono da 5 anni che vivo sulla strada. È stato ed è tuttora molto difficile perché non sempre trovi le persone comprensibili o che ti danno una mano. Comunque non fa niente perché io un po’ di fede ce l’ho anche se mi è andata via da poco, diciamo da due mesi, quando ho saputo di avere un tumore al seno sinistro. Però, ritornerà… perché io sono fiduciosa.

Voglio sistemarmi al più presto possibile, non mi interessa neanche un uomo accanto a me perché sono capace di fare tutto, sono una bravissima cuoca, una bravissima casalinga e soprattutto come mi dicevano le mie sorelle, stiro da Dio… meglio di una tintoria.

Quello che voglio adesso è guarire di questo maledetto prurito che ho preso a Parigi. Sto soffrendo da un anno e mezzo e non c’è nessun dermatologo che mi ha tolto questo prurito e bruciore che sento tuttora mentre sto parlando, soprattutto alle mani e sta iniziando alle caviglie.

Le notti le passo quasi in bianco, fumo se ho le sigarette. Sono una donna pulita, mi piace tenermi come una bravissima francese. Poi, forse ho un po’ di gusti di lusso perché ho vissuto a Parigi poi Milano che è la città della moda. Ad esempio, amo molto le scarpe di Charles Jordan, un grandissimo stilista anche per le borse, come Luis Vuitton. Scusate se ho questi gusti di lusso. Mi è capitato, tramite le mie sorelle che ringrazio di avere.

La mamma è morta, era esaurita da più di 5 anni, diceva che era indemoniata e si è suicidata. Il papà invece è morto di un tumore alla gola e non diceva beh delle sue sofferenze. Noi abbiamo chiesto anche se potevano fargli l’eutanasia, come hanno fatto”.

Intervista realizzata grazie al gruppo Vicini di Strada di Como: li potete seguire sulla loro pagina Facebook

Facciamo un passo indietro. Com’è stata la tua infanzia?

“L’infanzia è andata molto bene. Non è andata bene per niente l’adolescenza perché mia mamma si è ammalata”.

La tua famiglia era benestante?

“No, erano operai i miei genitori. Mia mamma era sarta, mio papà calzolaio e poi ha lavorato per una ditta di escavatrici molto importante ma poi è fallita. Le mie due sorelle sono nate in Italia, mentre io e mia sorella gemella siamo nate in Francia. La mia gemella mi odia”.

Come mai?

“Perché sono più carina di lei”.

Ma dov’è lei ora?

“In Francia…. Mi dispiace perché ha avuto un matrimonio e ha dato tutto per lui mentre lui niente per lei. Ha avuto due figli e lui si è risposato e ha fatto altri due figli”.

Sei nata in Francia e poi sei venuta in Italia, come mai?

“Ho sposato l’architetto, l’ho conosciuto in Sardegna a Palau”.

Quindi in Italia per amore…

“Io penso di aver reso lui molto felice, un po’ meno lui ha reso felice me. non mi ha mai detto che mi ama perché aveva amato una ragazza che l’ha lasciato e aveva molta soggezione di sua madre perché da piccolo lo picchiava. Ha studiato molto, è un grande studioso ma non ha insegnato niente ai miei figli. Tutto quello che sanno i miei figli è grazie a me”.

E i tuoi figli dove sono?

“A Valmorea e uno a Faloppio. P. è con mio marito. Il nonno mi voleva un sacco di bene…”.

È cos’è successo poi?

“Io per disperazione mi sono messa a bere della birra”.

Ma per cosa?

“Mancanza di coccole, di rapporti sessuali. Lo toccavo e lui mi ha dato una gomitata e mi è entrato nelle costole che mi ha fatto male almeno per tre giorni. Da lì ho cominciato anche a tradirlo. Facevo l’autostop per andare a ballare perché sono una grandissima ballerina”.

Quindi lui ti trattava male e tu hai deciso di rifarti una vita…

“Esatto. Perché ho rifiutato almeno tre volte il matrimonio da due persone anche benestanti, dopo di lui. Mi hanno offerto una vita d’oro e invece non ho voluto”.

senzatetto como

Lavoravi?

“Sì, io facevo la segretaria ad un centro medico di Parigi in radiologia”.

Qui in Italia cosa facevi?

“Nulla. Sono stata mantenuta dall’architetto”.

Quindi vi siete separati e non avevi lavoro…

“No. E poi mi sono ritrovata alla Caritas che mi ha aiutata. Se non fossi ammalata, anche perché sono stata depressa per 4 anni… ho fatto un tentativo di suicidio come mia madre, ho preso 280 pastiglie, sono andata un giorno in coma a Erba e poi mi sono risvegliata e mi hanno detto di non fare più questo gesto. E non l’ho fatto più. Giuro che adesso, anche con le sofferenze che ho addosso attualmente che non sono tanto psicologiche ma molto fisiche, giuro che non lo faccio più… per i miei figli. Mi devono vedere come una mamma sana e sorridente”.

Li rivedi i tuoi figli?

“E certo che li vedo. Domani ad esempio vedo M”.

Loro cosa fanno?

“M e S stanno per conto loro, vivono con altre persone. P è con mio marito”.

E i tuoi figli non riescono ad aiutarti?

“Mi danno 20 euro ogni 15 giorni e mi bastano. Senza fare la zoccola, senza fare niente me li guadagno io”.

Come trascorri le tue giornate?

“Sulla strada, di fronte all’Oviesse di via Giulio Cesare a Como. E lì mi vogliono bene. All’inizio della settimana ora non ho fatto quasi niente invece domenica ho fatto la bellezza di 40 euro…”.

La strada cos’è?

“Essere in strada è molto difficile da accettare però non trovi sempre persone cattive, trovi anche persone umane che a me hanno portato non solo soldi ma anche un sorriso e un po’ di conforto. Come Gesù dice io sono la pace, la verità…. Non è vero che bisogna essere capaci ma non è neanche un’abitudine e non diventerà mai un abitudine. Sei proprio costretta perché non sai cosa fare e sei proprio disperata. Tutto lì. Io da 5 anni ho affrontato pioggia, neve, freddo, sole…”.

Flora ci lascia con una citazione che le sta a cuore: “Ni la pitié, ni la compassion, peuvent vous relever mais le sourire, la joie, l’amour et la bonté” (né la pietà, né la compassione possono rialzarvi ma il sorriso, la gioia, l’amore e la bontà) e soprattutto, ci dice, “bisogna essere molto, molto sinceri. Con se stessi ma anche verso gli altri”.

La sua canzone preferita, invece, è Pregherò, di Adriano Celentano. Con questo sottofondo danzò con il suo primo fidanzato. E ora, noi, gliela dedichiamo…

 

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