“Piccoli schiavi invisibili”: minori sfruttati, business in aumento

Nel 2017 molti mali del mondo rimangono non sconfitti, la guerra, il bullismo, l’omofobia, ma il superstite più eclatante è l’abuso sui bambini. In senso lato e non, perché lo sfruttamento e la tratta di minori, fenomeno non esposto alla luce del sole, è elevatissimo.

Uno su quattro sono i minori non accompagnati che arrivano ogni anno in Italia. Questo è ciò che emerge da un dossier del 2017 pubblicato da Save the Children Italia, in occasione della “Giornata in ricordo della Schiavitù e della sua Abolizione (23 agosto) dal titolo “Piccoli schiavi invisibili”.

Nel documento viene sintetizzata la situazione dei minori non accompagnati che arrivano in Italia, un vero e proprio business. Raffaella Milano, direttore dei programmi Italia-Europa per Save the Children afferma: “Non possiamo chiudere gli occhi davanti al fatto che a tutt’oggi centinaia di migliaia di esseri umani sono costretti a vivere in uno stato di sfruttamento estremo. Si tratta di adulti ma anche di moltissimi adolescenti e bambini. Piccoli schiavi invisibili” in situazioni di forte emarginazione sociale, talvolta appesantiti dai debiti contratti dalle famiglie, che non vedono alternative e vie di fuga dalla loro condizione e che con la loro sofferenza alimentano un mercato fiorente, in mano ai circuiti criminali e alle mafie”.

Tratta dei bambini: la maggior parte è di sesso femminile

Secondo le stime, la maggior parte dei bambini è di sesso femminile e proveniente dal Nord Africa, soprattutto dalla Nigeria, oppure dalla Romania. I bambini invece sono soprattutto egiziani ed eritrei. Le principali fonti di sfruttamento sono due: la prostituzione (67%) e il lavoro (21%) in diversi ambiti (edile, domestico, manifatturiero e nella ristorazione). Ora, questi dati allarmanti sconcertano e fanno riflettere su questo fenomeno che si estende all’intera Unione Europea, in cui si contano 15.846 vittime, tra le quali il 76% sono donne e il 15% bambini.

Com’è possibile approfittarsi di qualcuno che arriva in una situazione di bisogno e di paura?

Come si può costruire un business sull’altrui sofferenza? L’Italia è stata ai primi posti in Europa per numero di vittime nel 2010, la sua vergogna ammonta a 2400 vittime. Ma queste vite ulteriormente rovinate non sono numeri quantificabili e tutti quei dati non sono sconcertanti per il loro impressionante volume. L’impotenza che deriva dal leggerli dovrebbe suscitare un senso di profonda vergogna per queste persone, bambine e bambini che si sono trovati indifesi.

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