Tra perversione e libera espressione: le chat anonime

Partiamo da due informazioni principali: Internet è vasto e chi cerca trova. Ma cosa cerca veramente chi frequenta le chat anonime come Omegle?

Esistono diversi tipi di chat, quelle con video, quelle dove si scrive soltanto, quelle a pagamento e quelle a sfondo sessuale (la maggior parte). Omegle è una chat gratis e anonima in cui si può scrivere a completi sconosciuti.

Dopo solo dieci minuti di presenza in questa chat, l’80 percento delle conversazioni si chiuderanno immediatamente se la persona dall’altra parte capisce che non sarà una chat a sfondo sessuale, si chiuderanno immediatamente se la risposta alla domanda “M o F? (maschio o femmina)” è M e si chiuderanno se si capisce che la chat non porta da nessuna parte. In una chat anonima si finge di essere qualcun altro, si cerca la trasgressione dalla norma, si chiedono soldi.

Tuttavia, l’anonimato ha anche conseguenze interessanti, alcune persone affermano di sentirsi completamente libere di essere loro stesse nascondendosi dietro una chat, altre confessano a dei completi sconosciuti alcuni segreti che si portano dentro, altri ancora cercano un rifugio dalla noia.

Dopo un pomeriggio passato in questa chat, essendo riuscita a creare un dialogo con alcune persone, ho raccolto alcune testimonianze, forse vere, forse false. Proprio il dubbio insinuato da racconti che riescono a sembrare totalmente veri, rende queste testimonianze interessanti.

Marco, il bisex che si nasconde in chat e ama il “furry”

La prima conversazione è avvenuta con un ragazzo di nome Marco che confessa di essere bisessuale, i suoi amici non lo sanno e lo scrive solo nelle chat anonime o su kik. Poi le domande continuano e racconta di come gli piaccia il “furry”, una cosa che giudica essere “non ben vista” se lo dicesse in giro. Mi spiega cosa sia ­– fingersi animali in una chat a sfondo sessuale ­– e poi aggiunge:

Stranger: Alla fine però queste persone, i bisex, i furry ecc sono anche molto più tolleranti, e forse è questa la cosa che dà fastidio

Io: dici che essere “diversi” o comunque avere qualcosa di diverso, aiuta a capire meglio gli altri perché ti immedesimi? oppure perché, avendo provato discriminazione, giudichi meno?

Stranger: Più la prima

Io: ok, perfetto e…che reazioni hanno le persone in chat quando dici loro di essere bisessuale?

Io: sono più tolleranti secondo te?

Stranger: No, si è scansati a prescindere a meno che non lo si sappia già

Io: nel senso che quelli che lo sanno, accettano di parlare? 

Stranger: Si.

Io: quindi c’è chiusura anche in chat, in un certo senso

Stranger: Già.

Marco prosegue spiegando che in chat si possono trovare persone simili e ci si espone grazie all’anonimato, ma allo stesso tempo ci si rinchiude in griglie sempre più serrate. Tuttavia, queste stesse griglie fanno sì che, per esempio, sapere cosa rispondere a quella brevissima domanda di apertura: maschio o femmina? sia immediato. 

Matteo si allena in chat per fare “dirty talk

Un’altra testimonianza viene da un altro ragazzo, Matteo, che dichiara di non vivere sulla chat ma di allenarsi con le ragazze e fare “dirty talk”. Attraverso queste chat sfoga fantasie particolari, che gli piace mettere in pratica nella realtà ma anche nel virtuale. Scrive che nei giochi di ruolo gli piace essere dominato perché nella vita domina sempre, ma non andrebbe mai da una mistress a pagamento.

La solitudine di Roberto in chat

Roberto invece mi ha scritto di solitudine. Confessa di avere un’amica immaginaria e scrive che la chat è un modo per evadere e per aiutare gli altri che hanno problemi simili ai suoi:

Stranger: La solitudine va affrontata in prima persona, non con sussidio degli altri. Altrimenti il problema persiste.

Stranger: No. Francamente no. Io adesso sono solo per scelta…e sono qui solo per “aiutare” coloro che sono in una situazione simile alla mia.

Successivamente, durante la conversazione prima di andarsene esprime altri pensieri generali sul mondo femminile.

Stranger: Certamente. Una donna è una delle ultime persone da cui prenderei consigli. Senza offesa, ma io sono un tipo anticonformista…non per scelta, ma perché devo.

Io: essere sessisti è anticonformista secondo te?

Stranger: Non so. E non mi interessa. Io non mi fido del sesso femminile. Mi fido lievemente del sesso maschile. Mi fido fortemente di me stesso. Finché non vado ad assassinare la gente…credo sono apposto. Chiamami sessista, ma la mia opinione non cambia.

Secondo Mino è facile ricorrere a ricatti nelle chat anonime

L’ultima persona che risponde affermativamente alla mia richiesta di comprendere cosa ne pensino i frequentatori delle chat anonime di queste ultime è Mino, che mi mette in guardia dalle chat spiegando di come sia facile incorrere in ricatti se si forniscono i propri dati personali. In seguito confessa di frequentare le chat di notte, da qualche anno, per cercare ciò che la moglie non gli dà, per tradire, per inseguire un “sogno”:

Stranger: il problema è che mi sto rovinando dormendo poco di notte e spendendo tutto il mio tempo di notte a cercare una donna di facili costumi per farci del sesso

Stranger: è un po’ come quello che gioca al casinò oltre ai soldi che spende è anche il tempo che investe per ottenere quello che in realtà non riesce ad ottenere: la felicità!!!

Stranger: riguardo il perché si va in chat, nel mio caso si va cercando quel miele che tua moglie non ti vuole dare perché lei stessa ha dei problemi sessuali suoi

Stranger: delle inibizioni sue

Stranger: noi uomini, ed io sono uno di quelli, dopotutto abbiamo degli problemi effettivi di coppia e cerchiamo “il sogno” nelle chat

Tutto questo viene ammesso apertamente a una persona sconosciuta, viene confessato liberamente e rimane disperso nell’anonimato e nella vastità della rete. Tuttavia, bisogna analizzare questi mezzi di socializzazione con uno sguardo sempre critico, senza dimenticare che ci si può sentire liberi di essere chi si vuole, ma questa libertà è limitata e in definitiva, fittizia, esattamente come quella che si ha nella realtà, all’esterno del mondo virtuale.

Ci sono confessioni che si affidano a completi sconosciuti, frasi che si scrivono senza pensare, ma l’attenzione non è mai sufficiente ad arginare il problema causato dall’estrema libertà che sul web si pensa di possedere, quindi l’informazione su queste chat è fondamentale e la riflessione su queste ultime lo è ancora di più.

Per non stigmatizzare qualcosa che può essere utile entro certi limiti e per non idolatrarlo prendendolo come se fosse veramente la realtà, l’unico modo è parlarne e confrontarsi, non insabbiare e nascondere l’esistenza di questi luoghi che di oscuro non hanno nulla, ma si nutrono dell’oscurità di chi li usa per nascondersi, ricattare, tradire, offendere.

Dunque, l’equilibrio sta nell’uso consapevole che si fa, di un mezzo che non si deve ignorare. La rete è piena di questi spazi anonimi, ma se la carta brucia, online scripta manent e chiunque può decidere di usare queste parole, senza aver bisogno del consenso per farlo.

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