23 maggio… ore 18.00. Una poesia per Giovanni Falcone

Pugni chiusi, nessun urlo…

La colomba si levò sull’asfalto

e spiegò lontano le sue ali.

Il giorno si tinse di sangue

nella luce della terra desolata

che aveva già mietuto il suo grano

e riempito gli antichi covoni

Stridore di freni e urlo di cicale

Sapevo…

La morte sarebbe arrivata

senza preavviso o raccomandata

Terra amara, terra dolce

ti  ho consacrato lunghi giorni

innamorato di te, invaghito

della tua ammaliante  bellezza.

Fiori di campo

che bevete il mio sangue

crescete tenaci su questo ruvido asfalto

23 Maggio… ore 18.00

Sento il mio urlo uscire dal corpo

Dita si aprono dai pugni serrati

mani protese a cercare giustizia

Terra di aranci, Terra mia amata

che partoristi nel ventre il silenzio

di uomini saggi, di uomini d’onore

tutti d’un pezzo, eroi senza tempo,

lancia il tuo urlo, il travaglio è compiuto!

(Frammenti)

Poesia inedita realizzata in occasione dell’anniversario dell’uccisione di Giovanni Falcone, 24 anni dopo il tragico accaduto. Il magistrato italiano, celebre per la sua lotta alla mafia, fu assassinato con la moglie Francesca Morvillo e tre uomini della scorta nella strage di Capaci per opera di Cosa Nostra, il 23 maggio del 1992, alle ore 18.

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Foto Flickr Creative Commons: © Giovanni Falcone di Francesco Gazzola

Foto apertura © Wikipedia

 

 

 

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