8 marzo, cosa significa essere donna? Ecco 12 Sguardi

Dea feconda come la terra, un dono, una matrioska, frutto di contaminazione. In occasione della festa della donna 2019, abbiamo chiesto alle donne che, in qualche modo, sono connesse a Sguardi di Confine, di risponderci a una domanda, apparentemente semplice, in realtà profondamente complessa:

Cosa significa essere donna?

Ci hanno risposto in 12 donne. C’è chi è madre, chi studentessa, chi lavora, chi è sposata, chi lo era, chi convive, chi proviene dall’Africa, chi dalla Russia, chi è nata biologicamente uomo e poi sbocciata pienamente donna, chi ha un orientamento eterosessuale, chi no.

I temi toccati sono vari, alcuni ricorrenti come i pregiudizi e la discriminazione che una donna deve subire nel corso della vita. Alcune hanno risposto in termini analitici e critici, altre attraverso frasi evocative e sognanti. Ed è arrivata anche una poesia.

Allora, spazio a questi meravigliosi punti di vista, dove l’essere donna non è mai una frase fatta e uno stereotipo. Essere donna è un universo fatto di emozioni e sensazioni che si portano dentro, inevitabilmente, anche il ruolo stereotipante e discriminatorio che la storia ci ha etichettato addosso.

Buon 8 marzo, care donne, che sia di memoria per un futuro sempre più pieno di diritti e dignità.

Giusy, Dea feconda come la Terra

Dipende da ciò che ogni donna decide di fare di se stessa: non sopporto la sua bellezza ostentata, quando cade nella volgarità, così come la bruttezza fatta passare a tutti i costi per intelligenza. Il binomio bella -stupida non regge.

Donna è colei che in ogni situazione, anche la più imbarazzante, sa come venirne fuori ed è capace di gestire la famiglia e il lavoro in modo equilibrato. Una maga? Può essere; infatti proprio questo compito risulta uno dei più difficili, non perché la donna non sia capace di ogni sorta di acrobazie, ma perché arriva il momento in cui bisogna operare delle scelte: la famiglia o il lavoro? Dipende dagli obiettivi che si intende raggiungere; in ogni caso una donna dedita solo alla famiglia, non sarà completamente felice e viceversa.

Essere donna richiede poliedricità e metamorfosi, alla ricerca continua di nuovi traguardi morali e sociali.

La donna è madre, creatrice di altre vite, dea feconda come la terra, ecco perché essere donna non significa assumere atteggiamenti maschili, per dimostrare una falsa e deleteria parità tra i due sessi.

Paola, un Dono

Se un giorno dovessi rinascere e potessi scegliere, rinascerei DONNA!

Essere donna è un dono di cui sono grata.

Essere donna è sentirsi terra e anche cielo anche nello stesso momento.

Essere donna è vedere bianco, è vedere nero, è poter vedere un colore diverso a seconda del momento che si sta vivendo ma essere capace anche di vedere tutti i colori nello stesso istante.

Essere donna è essere sicura che anche se fuori nessun elemento cambia, dentro di te, comunque, non è più la stessa cosa!

Essere donna è dire “sì” perché “sì”, oggi, quando ieri era “no” perché “no” e non c’è bisogno di spiegare perché, è così!

Essere donna vuole dire portare dentro di sé la vita, la speranza, l’amore

Essere donna significa rendere migliore la creazione.

Essere donna è un sorriso che fa sentire subito amato.

Essere donna è saper serbare nel cuore, nel silenzio.

Essere donna sono fiumi di parole capaci di raccontare in un istante quanto è accaduto dalla creazione ad oggi!

Essere donna è uno sguardo… e tutto può accadere!

Essere donna è non accontentarsi mai!

Essere donna è saper vedere un filo d’erba e sentire l’universo che danza di gioia!

Essere donna sono tutte le emozioni che si possono nominare!

Essere donna non è un privilegio dell’essere femmina. Anche un uomo, se veramente essere umano, è meravigliosamente donna.

Valentina, una Matrioska

Per me essere donna significa essere come una Matrioska! Perché si ha una corazza che ti fa andare avanti quotidianamente, ti protegge dal contesto in cui si vive. Man mano che si conoscono più a fondo le persone e che con alcune di loro si instaurano dei legami più profondi, la corazza viene aperta gradualmente fino al cuore di questa corazza cioè la bambolina più piccola. Sono io a decidere quale grandezza mostrare e a chi.

Lucia, l’emblema della Felicità

Cos’è per me essere donna? Prima di tutto è una grande responsabilità. E non mi riferisco ai ruoli che generalmente una donna ricopre come moglie, madre, sorella, figlia, etc. mi riferisco al genere a cui appartengo.

Nel periodo natalizio girava un video significativo in cui alcuni bambini dovevano addobbare un albero di Natale: i maschi avevano le palline blu, le femmine quelle rosse, in parti uguali. Alla fine del lavoro ai bambini veniva dato un grande vaso pieno di caramelle, alle bambine un fondo di vaso con poche caramelle.

L’essenza del concetto sta proprio in questo video: le donne devono fare molto di più per potersi vedere riconosciute le stesse condizioni degli uomini, nel lavoro ma anche in qualsiasi altro ambito.

L’ho vissuto sulla mia pelle fin dai tempi della scuola, passando poi attraverso il lavoro in aziende diverse di cui l’ultima, che opera nel settore aeronautico, è ancora più fossilizzata sui preconcetti secondo cui alcune posizioni debbano essere precluse alle donne.

Personalmente non credo né alla parità dei sessi, né alla superiorità di un sesso rispetto all’altro. Credo alla complementarietà dei generi: ogni genere è diverso e complementare all’altro perché ci sono mansioni in cui sono molto efficaci gli uomini, ma ce ne sono altre in cui le donne possono mettere un valore aggiunto decisamente più importante. Mi riferisco soprattutto alle capacità intellettive, ma intendo anche altro.

Mi viene una domanda: perché la donna fin da sempre, in quasi tutte le culture, in molti paesi del mondo è sempre stata e continua a essere penalizzata? Perché la donna, da sempre – e in alcuni paesi ancora oggi – è demonizzata, ridotta a schiava o a proprietà dell’uomo, spesso torturata con pratiche sessuali afferenti a tradizioni secolari e martirizzata?

Perché in alcuni paesi del mondo gli uomini si alzano al mattino pregando il loro dio “Signore, ti ringrazio per non avermi fatto nascere donna” e in altri le neonate vengono seppellite vive fin dalla nascita dagli stessi genitori? Cos’è che si combatte, si osteggia e alla fine si cerca di distruggere?

La donna o tutta quella complessità, quel mondo interiore fatto di milioni di sfaccettature, quelle peculiarità che sono esclusive del mondo femminile e che sono difficili anche solo da percepire dall’universo maschile?

Si combatte ciò che fa paura e la donna fa paura, ma non perché sappia fare alcuni lavori meglio degli uomini, non perché sia superiore all’uomo. Forse la donna sa provare la felicità più pura, sa sentire col cuore come per un uomo non è quasi mai possibile, perché non è nella sua natura. La donna sa forse vivere l’esperienza della felicità in tutte le sue sfumature, da quelle corporali e terrene a quelle mentali, spirituali e perfino ascetiche come per un uomo è estremamente difficile.

Se la donna è l’emblema del raggiungimento della Felicità, forse questa è la chiave di tanta ostilità, tanta crudeltà e tanta violenza verso il suo genere da parte dell’uomo, perché la Felicità – intesa a 360gradi e in ogni sua infinitesima sfaccettatura – è l’aspirazione più grande dell’essere umano.

Federica, Contaminazione

Cosa vuol dire essere donna?

Sono giorni che penso e ripenso a cosa rispondere. Eppure non ho ancora trovato una risposta. Mi frulla nella mentre un solo termine: contaminazione.

Una donna non è un’unica definizione, è mille sfaccettature, ognuna speciale allo stesso modo. Siamo “così tanto” che è difficile dire chi siamo.

Chiudo gli occhi, immagino di sprofondare nel blu più profondo, negli abissi del mare. Mi lascio guidare dove la mia anima mi porta a cercare. Una ricerca infinita, che non avrà mai fine per quanto io possa nuotare a fondo. La scena rallenta, come nei film in cui una bracciata dura 10 secondi, e poi… ecco uno spiraglio di luce, ho trovato qualcosa di me che brilla. Poi mi giro, cerco ancora e ne trovo un altro e un altro ancora. Senza fine. Siamo così noi donne e, per quanto si possa nuotare per una vita intera, la ricerca non avrà un nome, una definizione, una fine.

Siamo essenza contaminata da tutto ciò che incontriamo, viviamo nel nostro oceano più profondo.

Siamo straordinarie, ricordiamocelo sempre!

Ilenia, aspettative e stereotipi

Le cose che mi vengono in mente sono:

1) Idee che più o meno tutte ci portiamo dietro (purtroppo) e che chiaramente sono stereotipi prodotti e imposti dal solito sistema patriarcale

2) Cose che magari sento essere legate al mio essere donna ma che alla fine, riflettendoci un attimo, sono o dovrebbero essere caratteristiche umane in generale. Punto.

3) Le cose sensate, vere e proprie dell’essere donna ed esclusivamente donna, guarda un po’ sono tutte brutte e terribili

Io veramente non so che pesci pigliare con questa domanda. È un macello. Ci sono di mezzo idee nostre, idee che crediamo essere nostre ma invece ci vengono imposte e nemmeno lo capiamo finché non ci fermiamo a riflettere. La stessa cosa vale per le nostre aspettative verso noi stesse e degli altri verso di noi. Ci sono di mezzo discriminazioni, comportamenti particolari e, insomma, è una confusione senza fine. Penso che dipenda anche dal momento storico e dal fatto di appartenere alla nostra generazione.

È bene che ci sia confusione perché significa che molte cose non le accettiamo più e non le diamo per scontate. Però allo stesso tempo, se ti devo dire cos’è essere donna, ti dico che l’unica cosa su cui tutte possiamo concordare è che essere donna è difficile.

Vivere una situazione complicata (sia nel senso di difficile che proprio nel senso di complicata da capire) è forse l’unica cosa che ci accomuna tutte: le ragazze giovani e le signore anziane, le casalinghe e le lavoratrici, le donne che vogliono figli e quelle che non li vogliono, le donne ritenute molto femminili e quelle ritenute poco femminili, le donne che biologicamente sono di sesso femminile e quelle che non lo sono, quelle che hanno qualcuno e quelle single. Insomma, l’unica idea di donna che ci mette tutte d’accordo è quella di una persona in una situazione difficile: qualunque cosa tu faccia, ti senti dire che sbagli da qualche punto di vista.

Simona, battaglie ancora da combattere

Essere donna, ovviamente ne vado fiera, ma perché? Forse quello che faccio ha più valore proprio perché sono donna? Non credo. Faccio la mia parte in questo pezzo di storia nella quale sono capitata, rivesto molti ruoli ma nessuno mi identifica completamente: sono madre, sono figlia, sono una che lavora, che gioisce per quello che ha, che qualche volta soffre un po’ per quello che manca. Sono l’insieme di tutte le esperienze che ho vissuto, delle persone che hanno incrociato il mio cammino, di chi mi è stato a fianco e di chi ha camminato con me solo per un breve pezzo di strada, dei libri che ho letto, della musica che ho ascoltato, delle opere d’arte che hanno arricchito il mio quotidiano.

Ho molti ideali e cerco di essere coerente con ciò che penso. Credo che tutto questo mi identifichi più come “essere umano” ma se dobbiamo etichettare tutto si, sono una donna che spesso per questa etichetta ha trovato molte ingiustizie e che ha sempre cercato di affrontarle dimostrando, solo col comportamento, che alcune cose non devono essere precluse a una donna solo perché è tale. Certo il mio cammino è stato spianato da molte che hanno combattuto molto duramente, che hanno dato la vita per dare la dignità all’essere umano di sesso femminile. Ma c’è ancora molta strada da percorrere e molte battaglie devono ancora essere combattute, ognuna di noi è chiamata a fare la sua parte, con i mezzi che ciascuna ha a disposizione.

Vorrei solo che gli stereotipi nei quali spesso ci identifichiamo non esistessero perché, in fondo, siamo tutti esseri umani e la vita va rispettata in tutte le sue forme, colori e generi. Quindi, l’otto Marzo che cosa festeggiamo? Per quel che mi riguarda, è solo il ricordo di una ricorrenza abbastanza triste e, da diciotto anni a questa parte, anche una ricorrenza molto felice.

Barbara, in un giardino pieno di fiori

Essere donna è una grande fortuna: di solito la donna è sensibile, comprensiva, attenta, dolce; col passare degli anni diventa una mamma, anche se non fa figli suoi, ragiona e perdona, non usa le mani, ma la lingua per ferire; spesso, piange, ma non urla e almeno sfoga rabbia, tristezza e poi riparte. Naturalmente anche tra le donne ci sono dei mostri, per fortuna raramente. Se penso ad una donna ideale la vedo in un giardino pieno di fiori e di sole che canta, che sorride e che vive.

Natalia, la prigioniera libera

Essere donna non è facile, è vero. Dicono che la questione sia personale e dipenda dal momento storico della società in cui ti trovi ma, nonostante io veda i messaggi in codice della programmazione di come deve essere una bambina, una ragazza e una madre, sta di fatto che tutto ciò che dobbiamo svolgere nel quotidiano è differente rispetto a ciò che viene insegnato al maschio.

I lavori svolti da una donna sono ancora invisibili e sottopagati. Diventa frustrante rendere visibile l’elenco di una serie delle presenze che dobbiamo affrontare per le varie tipologie di mansioni da svolgere. 

E, se non hai avuto l’occasione di aver avuto un padre amorevole, la tua invisibilità si raddoppia. Insomma, tutto un vortice di mancanze che la società maschilista ha preservato per le donne nei secoli, per un silenzioso e sottile dominio. 

Cambierà? Avremo un giorno la condivisione totale delle scelte? A questo proposito ho creato una poesia: 

“La prigioniera libera 

Delle sole sue circostanze.

Punisce il suo essere

Attraverso le esuberanze…

La maschera, l’incapacità,

La solitudine con tutti i suoi programmi

Riflettono in lui le fantasie molteplici 

E anche diagrammi 

Speciali per amore, o affetto, o meritocrazia 

Le pietre miliari della strada dell’essere restia…”.

Noi donne siamo creative, amorevoli e determinate se sappiamo dove andare e riconosciamo i veri bisogni delle persone che amiamo! 

Françoise, il Baobab

Le prime cose che mi vengono in mente, senza troppo cercare, sono delle immagini di donne della mia società, persone, donne, esseri umani sempre in movimento, instancabili!

Essere donna per me vuole dire moltitudine, profondità, infinità, somma…

Nel mio paese dell’Estremo-Nord del Cameroun, la donna tradizionale, “Kapsiki”,è quell’essere umano sempre subordinato a l’uomo ma che possiede più di due braccia, più di due gambe, con organi di sensi doppie e fortemente sviluppati… quattro occhi per vedere dappertutto ed essere attenta a tutto, quattro orecchie per sentire le grida dei figli, i lamenti del marito e le sollecitazioni del prossimo.

Essere donna è percepire, un cuore sensibilissimo per amare, capire, indovinare, risentire ma soprattutto per sopportare, sopportare i dolori fisici e mentali, impegni di casa e di famiglia (lei deve mantenere la casa e pensare all’educazione dei figli, sempre numerosi). Essere donna significa anche sopportare le condizioni sociali che la relegano sempre al secondo o al terzo posto rispetto a quelli degli uomini.

Per me essere donna è anche strettamente legato all’età, a questa forza potente e profonda, questa forza sacra che mi aiuta sempre a sopportare e a sormontare il mio vissuto quotidiano e ad andare avanti. Nel percorso della mia vita, ho dato la possibilità, al mio mondo e a tutti quelli che mi circondavano, di considerarmi semplicemente come una donna. Ho fatto tante attività, mi potevano ritrovare sia sotto un pozzo per cercare acqua che sotto alla mia moto per cambiare le gomme.

Facevo tutto tranquillamente ma tante persone mi hanno preso e considerato come una “donna-uomo”, magari solo perché mi vestivo diversamente (con i pantaloni) o perché andavo a spaccare la legna per aiutare le persone anziane o perché andavo a pulire o a chiudere i buchi sulle strade asfaltate, o ancora perché guidavo la moto o la macchina, cambiando ruote bucate.

Ho dato la possibilità a tante, facendo attività di promozione umana e femminile, spiegando a tutti che la donna è un essere umano e va rispettata in tutto nelle sue scelte. Ho dato la possibilità a tanti di non sottolineare negativamente la presenza di una donna in mezzo agli uomini, facendo politica in mezzo a un mondo totalmente maschile dunque abbastanza chiuso. Per tanti non ero una donna, uscivo dall’ordinario. Forse la cultura e le tradizioni ci fanno credere a un modello di donna.

Valentina, non so veramente come dare il significato di essere donna perché essere donna è essere tante cose, mille, tante vite, tante speranze. Personalmente, vorrei considerare la donna come questo bell’albero dell’Africa: il Baobab, un simbolo, una risorsa, l’albero della vita, sacra, utile, con radici sia sotto terra che fuori all’aria con le braccia aperte. L’albero che raduna tutti ai suoi piedi.

Nella nostra società, purtroppo, tanti baobab, tante donne, sonno sfruttate, trattate male e non considerate. Ci vuole rispetto perché gli uomini si sentono il diritto di dire, ad esempio, “pulisci tu i piatti o la casa, perché è il tuo lavoro”. Tanti uomini si sentono il diritto di gridare, minacciare o di alzare le mani sulle donne che sonno una risorsa di vita. Tutto ciò perché dentro una donna qualsiasi esiste questa forza profonda che porta sempre la donna ad andare avanti.

Invito gli uomini ad essere un po’ donna.

Io, donna.

Loredana, doppiamente lottare

Di sicuro per me non è avere o meno determinati attributi fisici, visto che ho mantenuto quelli maschili. Ma allora per quale motivo dico di essere una donna?

Essenzialmente è un modo di pensare, più a 360 gradi rispetto a quello focalizzato dell’uomo. Questo ti permette di notare più cose, e quindi di essere più sensibile.

Il testosterone gioca poi un ruolo importante: difficile essere donna quando è alto. Ti porta ad essere più competitivo, aggressivo e diciamolo, con sempre una cosa in mente.

Per fortuna io sono nata già con il testosterone bassissimo, e quindi fin da piccola non mi trovavo nei classici giochi maschili, ma preferivo la compagnia delle bambine.

So che è una cosa chimica. Ma influisce, credetemi.

Essere donna vuol dire anche avere un istinto alla protezione, e non alla distruzione o alla conquista.

Oggi essere donna però vuol dire anche lottare per essere se stesse, per avere la propria indipendenza, i propri diritti, il proprio lavoro. E doppiamente deve farlo una donna Trans.

Essere donna vuol dire poter sopportare di tutto, eppure credere ancora nell’amore e nella vita che ne scaturisce.

Io mi rispecchio in questo, è per ciò che mi sento donna.

Silvia, il diritto

Essere donna vuol dire essere curata, dolce e disponibile o lottare per avere il diritto di non esserlo.

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