Anne Ørstavik tra amore e solitudine – recensione romanzo

Nata a Tana, nel nord della Norvegia, nel 1969, Anne Ørstavik si è affermata come una delle scrittrici più interessanti nel panorama della scrittura del nord-Europa. Nel 2019 è uscito il suo romanzo breve “Amore” (edizioni Ponte alle Grazie), dove racconta la vita di Vibeke e Jon, madre e figlio.

Una lunga notte nel gelido nord della Norvegia. Una madre e un figlio che, persi in un mondo di neve e solitudine,vagano per le strade deserte, entrano in macchine di sconosciuti, bevono in case altrui e in generale fanno di tutto per ritrovare l’amore. Per Vibeke il sogno di un uomo, di una passione fresca come la gioventù. Per il piccolo Jon un trenino stretto nella carta da regalo e una torta per il suo compleanno. Ma come si ama quando fa tanto freddo?

Il rumore della macchina. Quando sta aspettando che arrivi non riesce a farselo tornare in testa. Me lo sono dimenticato, pensa. Ma poi arriva, spesso quando lui ha smesso per un momento di aspettarlo e non ci pensa. Lei arriva e lui riconosce il rumore, lo sente, nella pancia, è la pancia che si ricorda il rumore, non io, pensa, e appena dopo che ha sentito la macchina, la vede da quell’angolo della finestra, la macchina blu gira la curva dietro il cumolo di neve in fondo alla strada, lei sterza per entrare in casa e sale la piccola rampa verso l’entrata”.

È una storia di attesa, quella che ci racconta Hanne Ørstavik. Una storia di attesa e abbandono, di gelo e solitudine. Ogni madre dovrebbe amare il proprio figlio più di ogni altra cosa al mondo, giusto? Sembra banale, sembra scontato… ma non lo è. Non lo è in un piccolo paesino nel nord della Norvegia, non lo è tra le porte chiuse e i silenzi in casa di Vibeke e Jon, madre e figlio. Sembra facile, ma non lo è.

Vivono due vite diverse, in mondi diversi, con linguaggi diversi

VIbeke e Jon si muovono in realtà lontane ma gemelle, figlie entrambe del medesimo desiderio di evasione, di fuga nei propri sogni.

Vibeke lavora al comune, dove si occupa di cultura: una donna colta, divoratrice di libri, vive in un mondo condito di poesia e grandi sentimenti, senza avere la più pallida idea di dove andare a pescarli. Modella tutto ciò che la circonda secondo regole romanzesche e crea arcobaleni dove c’è solo gelida neve.

Jon è un bambino timido, con un implacabile tic all’occhio, e la tendenza di sognare treni sbuffanti nei momenti meno opportuni. Il bisogno della madre lo accompagna come un’ombra e lo impregna di una commovente solitudine.

Vibeke è una donna moderna: si prende cura di sé e del suo aspetto, lavora per una carriera, sogna begli uomini dagli occhi scuri. Nel frattempo si dimentica di avere un figlio.

In viaggio con la propria solitudine

Il racconto segue i due durante una gelida notte – domani Jon compirà nove anni – tra le strade buie coperte di neve, e i fari accecanti delle auto. Si muovono come su due linee parallele: uno accanto all’altra, ma destinati a non toccarsi mai. Jon cerca di fare amicizia con una ragazzina del posto, accetta di seguire sconosciuti in vecchi scantinati e pensa alla sua mamma, e alla torta che starà preparando per il suo compleanno. Vibeke incontra un uomo ricciuto al Luna Park, costruisce montagne su di un paio di sguardi, si fa trascinare in un lungo viaggio attraverso la notte glaciale e non pensa nemmeno una volta alla torta.

Amore è un romanzo gelido. Triste come tutto ciò che è permeato dalla patina del desiderio irrealizzato. E mentre la neve luccica come luce nella notte, e i riscaldamenti soffiano aria calda nelle auto; Jon e Vibeke vivono un po’ più in là, appena sopra i mucchi di neve, oltre i venti gelidi e i boccali di birra in bar affollati, lontano dalle salsicce mangiate in grosse roulotte e cioccolate calde nelle cucine di estranei. Si muovono in un mondo ovattato e dolce, dove donne e uomini parlano senza parole e si riconoscono simili in un istante, e trenini corrono sui binari per portare i figli dalle loro madri.

amore romanzo scrittrice Novergia Anne Ørstavik

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