Billy Porter, Oscar alla sfida delle convenzioni sociali

Sul red carpet, come nel telefilm. È stata un’occasione ghiotta, per l’attore Billy Poter, quella della notte degli Oscar 2019. Il volto che in Pose interpreta l’anchor man dei “ball”, Pray Tell, a Los Angeles è arrivato indossando un’abito in velluto nero realizzato su misura dallo stilista Christian Siriano: ampia gonna a ruota e bolero da smoking abbinato a una camicia bianca con polsini arricciati e fiocco al collo. A completare l’outfit, un anello con diamanti di Oscar Heyman.

Billy Porter, uno dei più grandi interpreti di musical di Broadway, già vincitore di un Tony Award nel 2013, ha potuto così mettere finalmente in pratica un sogno coltivato sin da bambino sfidando ogni stretto codice di mascolinità e moda, influente di certo non solo in ambito holliwoodiano. Al suo fianco, ovviamente, è arrivato anche il marito Adam Smith.

Billy Porter: «When you come to the Oscars, you must dress up»

«Quando vieni agli Oscar devi vestirti bene», ha commentato lui stesso sul suo canale Instagram. E poi, citando il film comico anni Sessanta con Jerry Lewis, ha proseguito: «Chiamatemi Cenerentolo».

In seguito, per l’“after party”, ha sfruttato la celebre frase di Bob the Drag Queen: «Walk into the club purse first!». Insomma, braccio in avanti, pochette in mano e via.

L’attore, oggi in prima linea anche su Netflix, di fatto, ha voluto dare voce ai giovani del mondo LGBT che spesso si sentono incatenati dalle convenzioni sociali non riuscendo ad esprimere il vero sé. spesso e volentieri espresso, per l’appunto, solo in quegli ambienti “protetti” come quelli della sottocultura dei ball raccontati in Pose dove drag queen, trans o ragazzi gay ballano e posano senza timore.

Così, in tanti hanno definito Billy Porter “incredibilmente favoloso” citando proprio il suo alias Pray Tell. Mentre a Vogue si è confidato ricordando la sua passione per il queer fin dall’infanzia: «Sono sempre stato ispirato dalla moda. Mia nonna, mia madre, erano sempre eleganti. Sono cresciuto amando la moda, ma c’era un limite ai modi in cui potevo esprimermi. Quando sei nero e sei gay, la tua mascolinità è in questione. Ho affrontato molta omofobia in relazione alle mie scelte di abbigliamento».

«Quando ho ottenuto un ruolo in Kinky Boots – ha aggiunto – l’esperienza mi ha davvero ispirato in modo inaspettato. Mettermi su quei tacchi mi ha fatto sentire più mascolino di quanto mi sia mai sentito in vita mia».

E se il tuo outfit ha fatto colpo anche su Michelle Visage (la critica di RuPaul’s Drag Race) allora significa che hai davvero vinto la sfida. È ora di rinnovare il nostro dress code. Grazie Billy Porter.

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