Divieto di manifestare rabbia, ecco l’ordinanza “anti-cattiveria” del sindaco di Luzzara

“Istituzione del divieto a manifestare rabbia, cattiveria, rancore e di ogni atto fisico o verbale teso a recare offesa a singoli o gruppi di persone”. È l’ordinanza “anti-cattiveria” emanata il 4 gennaio da Andrea Costa, sindaco del Comune di Luzzara, un paese di 9mila abitanti in provincia di Reggio Emilia.

Uno strumento utilizzato dal primo cittadino per vietare “ogni esibizione di cattiveria, rancore o rabbia, sia essa perpetrata verbalmente – nei luoghi pubblici o nelle cosiddette ‘piazze virtuali’ dei social –, ogni atto fisico teso a recare offesa a singoli o gruppi di persone, ogni forma di violenza”. Da qui l’invito ad ogni cittadino di Luzzara “o ogni persona che dovesse transitare sul territorio comunale” a segnalare la violazione di tale divieto.

Da giorni Costa pensava di emettere l’ordinanza, poi la decisione. La volontà finale è arrivata dopo la disobbedienza annunciata di alcuni sindaci al decreto sicurezza di Salvini. Così, ha messo nero su bianco quello che pensava: “Visto il diffondersi sempre più preoccupante di manifestazioni di cattiveria, rabbia, rancore, che rischiano di mettere in grave pregiudizio l’incolumità delle singole persone e la tenuta della comunità stessa. È ormai cronaca quotidiana, infatti, la violenza praticata verso i soggetti considerati più deboli e fragili, verso chi è portatore di differenze, la violenza di genere”.

Sotto al banco degli imputati ci sono, chiaramente, anche i social network, “in cui, complice l’assenza del confronto ‘de visu’, molte persone si sentono libere di utilizzare espressioni che incitano all’odio, a perseguitare singoli individui agitando vere e proprie campagne di linciaggio mediatico oppure intere categorie sociali praticando una differenziazione per razza, religione, orientamento politico o sessuale, censo e appartenenza”.

Così, richiamate la Carta Costituzionale, la Dichiarazione universale dei diritti umani e la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, il primo cittadino di Luzzana ricorda anche “che la storia di questa collettività è fatta di lotte per la Libertà, l’affermazione dei diritti in capo a ciascun individuo, la pratica dei principi di solidarietà che nel tempo hanno permesso di costruire benessere e servizi adeguati alla cura delle persone, allo sviluppo delle individualità, alla crescita dell’intera comunità e delle relazioni che l’hanno resa forte”.

Le sanzioni per chi trasgredisce l’ordinanza “anti-cattiveria”? Un bell’invito a cibarsi di cultura.

Tra le sanzioni, il sindaco di Luzzara obbliga alla lettura della Costituzione della Repubblica Italiana e di alcuni libri come “Se questo è un uomo” di Primo Levi, “Il razzismo spiegato a mia figlia” di Tahar Ben Jalloun, “Il buio oltre la siepe” di Harper Lee e “Le memorie di Adriano” di Marguerite Yourcenar.

Nelle pene da scontare spunta anche la visione di film come “La vita è bella”, “Inside Out” e “Quarto Potere” oppure la visita di alcuni luoghi tra cui l’ossario di Solferino, il campo di Fossoli o la Grotta del Vento.

E ancora: ammirare almeno due delle opere artistiche che il sindaco mette in elenco (come Gruppo del Laocoonte ai Musei Vaticani o l’Estasi di Santa Teresa nella chiesa di Santa Maria Vittoria a Roma), assistere alla rappresentazione di opere teatrali (come “Edipo Re” oppure “Medea”) e svolgere “almeno 10 ore di volontariato” in una delle associazioni iscritte all’albo comunale.

Ordinanza “anti-cattiveria”, quali risultati?

Insomma, le sanzioni dell’ordinanza di Luzzara ci ricordano che l’odio e l’ignoranza si possono combattere a colpi di cultura. Leggendo, documentandosi e continuando a farsi domande e ricercare risposte, piuttosto che emettere acerbe sentenze.

Forse quella del sindaco Andrea Costa sarà solo un’ordinanza-simbolo, ma oggi più che mai abbiamo bisogno di simboli forti e positivi. In un’Italia dove il primo Ministro aizza il popolo a frasi fatte e tortellini, un vicesindaco si vanta di buttare le coperte a un senza tetto, un assessore scrive scabrose filastrocche contro gli immigrati ricordando il motivetto della “befana vien di notte”, altri hanno conquistato le pance primordiali a suon di “vaffa”, sì, abbiamo bisogno di tanti Andrea Costa.

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