Futura legittimazione delle spose bambine in Turchia?

L’Akp di Erdogan rimanda il disegno di legge che depenalizza la violenza sui minori.

Il 18 novembre 2016 il governo turco ha inviato al Parlamento una proposta di legge per depenalizzare la violenza sessuale sui minori se consenzienti e se chi la commette accetta di sposare la vittima. Il disegno di legge è stato presentato dall’Akp (in turco Adalet ve Kalkinma Partisi), il partito filoislamico fondato da Recep Tayyip Erdoğan, presidente della Turchia dal 2014.

Questa proposta ha provocato reazioni dure di quel poco che resta in Turchia dell’opposizione al governo. «L’Akp – attacca Ozgur Ozel, un deputato del Partito repubblicano del popolo, socialdemocratico – sta facendo passare un testo che grazia coloro che sposano la bambina che hanno violentato».

Spose bambine in Turchia: “Lo stupro non può essere legittimato”

Anche l’opinione pubblica protesta: migliaia di utenti su Twitter hanno manifestato la loro indignazione usando l’hashtag #TecavuzMesrulastirilamaz, ovvero “lo stupro non può essere legittimato”.  E molte organizzazioni dei diritti umani si sono mobilitate per denunciare l’approvazione di una legge che aggraverebbe ulteriormente il fenomeno delle “spose bambine”, già ampiamente diffuso in Turchia.

Il governo turco si difende parlando di “distorsione strumentale”. «L’obiettivo – dichiara Bekir Bozdag , ministro della Giustizia – è scongiurare le conseguenze legali in cui si imbattono le coppie che hanno rapporti consenzienti e vogliono sposarsi prima della maggiore età».  Grazie a questo disegno di legge, secondo il ministro, verrebbe risolta la situazione di circa 3.000 famiglie in Turchia.

Tali spiegazioni però non convincono perché si rischia di legittimare lo stupro in un Paese in cui i dati nazionali sulla violenza domestica dicono che circa il 40 % delle donne è vittima di maltrattamenti e abusi, mentre la percentuale di femminicidi ha subito un incremento del 1.400 % tra il 2003 e il 2010.

La situazione della Turchia è allarmante: la violenza domestica è diventata una piaga permanente e al contempo non ci sono progressi sul piano dei diritti della donna. Questa disparità la si trova sia sul versante dell’istruzione sia nel mercato del lavoro dove la presenza femminile è a livelli bassissimi. Lo stesso presidente ha ripetutamente accentuato questa discriminazione: durante una conferenza dell’associazione “Donne e Democrazia” tenutasi nel novembre del 2014 aveva negato la parità di sessi definendola “contro natura”.

Dietrofront del governo. La seconda lettura in Parlamento del disegno di legge, tenutasi martedì 22 novembre 2016, ha incontrato parecchi ostacoli. Reazioni sociali e politiche così forti hanno spinto il governo a ritirare la proposta che verrà rivisitata dalla commissione parlamentare al fine di ottenere un ampio consenso. Questo rappresenterebbe un rallentamento del piano politico del partito filoislamico Akp fortemente intenzionato a cancellare tracce di laicità in Turchia.

Turchia sempre più distante. In concomitanza con la prima lettura, inoltre, a Strasburgo si svolgeva la prima giornata contro gli abusi sui minori.

Dillo a qualcuno di cui ti fidi” è il titolo del video creato dal Consiglio d’Europa per insegnare ai bambini come difendersi e reagire alle violenze sessuali.  L’evento ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica su questo fenomeno ed assicurarsi la concreta applicazione da parte degli Stati della Convenzione di Lanzarote (in vigore dal 2010, è il primo strumento internazionale di denuncia contro gli abusi sessuali sui minori).

L’esasperazione dell’autoritarismo, le macabre conseguenze legate al golpe di luglio e ora questo nuovo e sconcertante disegno di legge, rischiano di rendere incolmabile la distanza tra la Turchia e gli standard democratici dell’Unione. Le trattative ultra decennali, votate al raggiungimento di un significativo punto d’incontro tra le due realtà, sono forse prossime ad un arresto definitivo?

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