Giorno del Ricordo, Mattarella: «Non sono ammissibili negazionismi»

Il 10 febbraio si celebra il Giorno del Ricordo in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata e delle drammatiche vicende del confine orientale negli anni a cavallo del secondo dopoguerra.

Istituito nel 2004, il Giorno del Ricordo porta la memoria di migliaia di infoibati e di circa 250mila profughi giuliani, dalmati e fiumani. Questi furono costretti a lasciare le loro case dopo la firma dei Tratti di Parigi, il 10 febbraio 1947, con i quali si assegnavano alla Jugoslavia l’Istria, il Quarnaro e la maggior parte della Venezia Giulia.

Perché si parla di foibe? Per foibe si intendono le cavità naturali del Carso in cui finirono migliaia di persone durante e dopo la Seconda guerra mondiale.

Presidente Mattarella sul Giorno del Ricordo: «Spargimento di sangue innocente»

Le celebrazioni solenni del 10 febbraio 2019 si sono svolte al Sacrario della Foiba di Basovizza, sul carso triestino.  Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, invece, è intervenuto dal Quirinale: «Celebrare la giornata del Ricordo significa rivivere una grande tragedia italiana, vissuta allo snodo del passaggio tra la II guerra mondiale e l’inizio della guerra fredda. Una tragedia nazionale, per troppo tempo accantonata, sulla quale non sono ammissibili “riduzionismi o negazionismi”».

«Un capitolo buio della storia nazionale e internazionale, che causò lutti, sofferenza e spargimento di sangue innocente. – ha sottolineato Mattarella – Mentre, infatti, sul territorio italiano la conclusione del conflitto contro i nazifascisti sanciva la fine dell’oppressione e il graduale ritorno alla libertà e alla democrazia, un destino di ulteriore sofferenza attendeva gli Italiani nelle zone occupate dalle truppe jugoslave».

Il Presidente della Repubblica ha poi concluso: «I circa 250mila profughi, che tutto avevano perduto, e che guardavano alla madrepatria con speranza e fiducia, non sempre trovarono in Italia la comprensione e il sostegno dovuti. E alle difficoltà materiali, si univano, spesso, quelle morali».

Una celebrazione contestata, quella del Giorno del Ricordo, visto che spesso è stata manipolata da parte di alcune forze politiche (estrema destra) contro altre (estrema sinistra). Alcuni puntano il dito sul fatto che la tragedia fu perpetrata dal regime comunista della Jugoslavia, altri che la Giornata del Ricordo sia stata voluta solo in contrapposizione alla Giornata della Memoria nonostante il numero di vittime di differente portata.

Noi vediamo solo vittime innocenti (che siano una decina o un milione) che hanno perso la loro vita a causa di superficiali giochi di potere politico. Le vittime sono sempre vittime, i carnefici sono sempre carnefici, qualsiasi colore politico li identifichi. E sembra stupido persino doverlo sottolineare. Ma pare sia ancora necessario.

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