Ho Bisogno di Sentimenti. Ricordando Alda Merini a 10 anni dalla sua scomparsa

In occasione del decennale dalla scomparsa di Alda Merini, avvenuta l’1 novembre 2009, rileggiamo una delle sue più celebri poesie, Ho Bisogno di Sentimenti.

All’anagrafe Alda Giuseppina Angela Merini, poetessa, aforista e scrittrice italiana, è ricordata con magia anche per il giorno della sua nascita: milanese, vide i natali il 21 marzo (1931), in concomitanza quindi con l’arrivo della Primavera. Da questa coincidenza ne derivò una delle sue più famose composizioni: Sono Nata il 21 a Primavera. Lo stesso giorno, tra l’altro, si celebra proprio la Giornata Mondiale della Poesia.

Poetessa simbolo del ‘900 italiano, si spense in ospedale a Milano per un tumore. Tra crisi esistenziali, mistiche, amori sofferti, maternità sofferte e 18 anni in manicomio, Alda Merini lasciò un segno indelebile nella cultura poetica del nostro Paese.

Così ora, a dieci anni dalla scomparsa, il 6 novembre la sua Milano intitolerà a lei il ponte sul Naviglio Grande, vicino alla casa di Ripa di Porta Ticinese in cui la poetessa ha vissuto a lungo.

In programma anche varie iniziative promosse e coordinate da Comune di Milano|Cultura e Associazione Alda Merini, in collaborazione con Associazione Casa delle Artiste, Casa Museo Boschi-Di Stefano e Comune di Brunate.

Testo Poesia Alda Merini, Ho bisogno di sentimenti

Io non ho bisogno di denaro.

Ho bisogno di sentimenti,
di parole, di parole scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri,
di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli alberi,
di canzoni che facciano danzare le statue,
di stelle che mormorino all’ orecchio degli amanti.
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.

La mia poesia è alacre come il fuoco
trascorre tra le mie dita come un rosario
Non prego perché sono un poeta della sventura
che tace, a volte, le doglie di un parto dentro le ore,
sono il poeta che grida e che gioca con le sue grida,
sono il poeta che canta e non trova parole,
sono la paglia arida sopra cui batte il suono,
sono la ninnanànna che fa piangere i figli,
sono la vanagloria che si lascia cadere,
il manto di metallo di una lunga preghiera
del passato cordoglio che non vede la luce.

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