La sordità raccontata da Georgiana Elizabeth Grimaldi: “Siamo come voi”

Navigando sul web ho trovato, su Reddit, una semplice frase: “Sono sorda”, riportava il titolo del post. Lo aveva scritto una ragazza che esortava a farsi porre delle domande. Dopo averle lette, vedendo la curiosità di molte persone, ho deciso di riassumerle e riportarle, educandomi a mia volta su cosa significhi la sordità dal singolare punto di vista di chi la vive. Ci sono mille sfumature di sordità, come Georgiana ci spiega, e ci sono mille altrettanti modi in cui è sbagliato interagire con una persona sorda.

Acculturarsi a volte è semplicemente la volontà di avere empatia e curiosità verso la vita di qualcuno di diverso da noi, ma alla fine simile. Attraverso la comunicazione scritta è possibile raccontarsi e trovare il coraggio di farlo anche per chi ancora non ha trovato la propria voce. Voce che comunque i sordi hanno. Se per loro un modo di sentire equivale a leggere le labbra, possiamo tutti imparare o reimparare ad ascoltare che è cosa ben diversa. E ascoltando Georgiana si può imparare davvero tanto.

Con la prima domanda chiediamo sempre all’intervistato di presentarsi, ma la tua è una storia davvero interessante. Puoi includere in questa presentazione anche la tua famiglia?

Mi chiamo Georgiana Elizabeth Grimaldi, ho 24 anni e vivo nelle Marche. Sono nata sorda, da due genitori sordi, e ho una sorellina udente. Mia madre è nata sorda a causa della malattia che ha avuto mia nonna durante la gravidanza (rosolia), mentre mio padre, che aveva dei genitori sordi, all’improvviso è divenuto sordo all’età di 9 anni. Il resto dei miei parenti sono tutti udenti e non c’è stato un altro caso di sordità oltre a noi.

Puoi tracciare una panoramica del mondo dell’istruzione dal tuo punto di vista? Da quando hai fatto logopedia fino al fatto che l’università ti è preclusa per costo e ricerca dell’insegnante di sostegno?

Ho cominciato a frequentare la logopedista prima ancora di cominciare le scuole elementari. Feci sempre più progressi nel parlare e nell’ascolto, dal “captare” delle voci tramite le vibrazioni dalla mia mano poggiata alle sue corde vocali ad ogni frasi pronunciata, e per comprendere il funzionamento degli apparecchi acustici, lei si copriva le labbra con un pezzo di foglio e parlava.

Utilizzavamo anche un software sulla comprensione grammaticale e delle pronunce. In tutta la mia vita scolastica, purtroppo, ho avuto solo degli insegnanti di sostegno ed educatrici che non sapevano la lingua dei segni, mi affiancavano a turni e durante le lezioni prendevano degli appunti per me. A volte uscivamo dalla classe per spostarci in un’altra aula perché mi spiegassero le lezioni svolte nel momento, e in quasi tutte le mie verifiche le domande erano diverse da quelle dei miei compagni.

Facevo tanta fatica a “guardare” i professori per cercare di leggere il labiale, sopratutto perché stanca tantissimo dover guardare gli insegnanti per un’ora intera o due. E tanta fatica perché, delle volte o mi stavano di lato, o mi davano le spalle camminando attorno alla cattedra o per scrivere qualcosa sulla lavagna durante le spiegazioni, nonostante le mie continue richieste di voltarsi.

E col tempo persi tutta la voglia di continuare a frequentare la scuola, non solo perché c’era poco aiuto ma per il forte stress che stavo subendo, dovendo affaticarmi molto ogni giorno a rimanere concentrata. Finite le superiori non volli andare all’università, sempre per la fatica ma sopratutto sapevo che avrei dovuto cercarmi un interprete e/o insegnante di sostegno e pagarmelo da sola, e lo stesso varrebbe per dei corsi che mi sarebbero piaciuti frequentare, questo ha reso difficile il percorso che vorrei intraprendere in futuro.

Una volta per tutte, sull’espressione “sordomuto”. A te la parola.

L’espressione “sordomuto” venne abolita nel 2006 con la Legge n. 95. Ci sono diversi tipi di sordi, quelli che conoscono la LIS ma magari preferiscono non parlare per vari motivi, e ci sono quelli che conoscono sia la LIS e parlano, e infine, gli oralisti, quelli che ancora non conoscono la LIS, ma che si affidano di più al labiale. Ci tengo a precisare che i sordi hanno comunque una voce, solo perché non “parlano” non debbono essere per forza muti.

La domanda più gettonata: la musica. Puoi sentirla attraverso le vibrazioni? Com’è? 

Sì, quando sento della musica e se sono in vicinanza a delle casse, percepisco delle vibrazioni in tutto il corpo, sia senza che con gli apparecchi acustici. Quando sono senza degli apparecchi, percepisco anche un altro tipo di vibrazione, come per esempio quando abbraccio una persona, e nel mentre, parla, percepisco questa vibrazione da corpo a corpo. Oppure, pur vivendo in un condominio, riesco a sentire il casino che stanno facendo nell’appartamento del piano di sopra, e dai piedi, quando qualcosa cade per terra.

Altra domanda molto gettonata: hai sviluppato gli altri sensi in modo maggiore?

Sinceramente non credo di aver sviluppato di più un senso particolare, ma di sicuro ho sviluppato maggiormente la capacità di percepire le vibrazioni, visto che non ne posso sentire il suono. Come ad esempio, riesco a regolare il mio tono di voce tramite le vibrazioni delle corde vocali e molto altro ancora.

Non ci si pensa mai, ma ti ha ostacolata l’uso della mascherina in questo periodo? 

Veramente non tanto, ma di certo ha contribuito a creare un’altra barriera comunicativa difficilissima da buttare giù. Ho incontrato tantissime persone che credevano che nell’abbassare la mascherina, su mia richiesta, e distanziarci di un metro, sarebbe successo il finimondo!

Noi abbiamo bisogno di leggere il labiale, e ci sono solo due modi: o si utilizza il vecchio metodo della carta e penna, o abbassi la mascherina e ci allontaniamo di un metro. Mi sono capitati dei dipendenti che o alzavano il tono di voce (perché erano convinti che io li potessi sentire…), o sono capitati anche quelli che sbuffavano e basta.

So che ci sono delle ditte che hanno messo in commercio delle mascherine trasparenti, e sinceramente già sapevo che lo avrebbero usate solo il 3% della popolazione. Purtroppo già me lo aspettavo da questa società, ma è proprio dalla mancanza di sensibilizzazione sulla disabilità o l’ignoranza delle persone che ci hanno portato fino a qui. Invito voi lettori ad informarvi sui sordi e su come approcciarsi in caso di necessità, e volendo, partecipare a dei corsi sulla lingua dei segni Italiana, perché no!

Una curiosità che affascina chiunque riguarda il “sentire la propria voce”, il “pensare interiore che si basa sulla voce” e il sogno. Puoi raccontarci come lo vivi tu?

Sì, alcuni mi hanno chiesto come faccio a sentire la mia stessa voce, o se riesco a controllare il mio tono di voce. Pur avendo degli apparecchi acustici riesco a capire che tono di voce sto usando, ma perlopiù mi affido alla vibrazione delle corde vocali, perché mi “sento” lo stesso anche senza gli apparecchi acustici. E siccome io sono cresciuta con degli apparecchi e le vibrazioni, sono in grado di percepire vari suoni e vibrazioni ambientali nei sogni.

Tantissimi ti hanno chiesto dove si può imparare la LIS, se si possono capire i dialetti, perché non sia unificata e molto altro. La curiosità c’è, ma è qualcosa che si studia solo all’università. Pensi dovrebbe essere più “sdoganata” tra gli udenti? 

Ci sono state tante ricerche da parte di alcuni psicologi e psicologi sordi, che possono confermare che la lingua dei segni è una vera e propria lingua, e non deve essere utilizzata solo dai sordi ma anche da tutti in generale. La lingua dei segni la si può imparare dai video su YouTube, dai corsi, dai libri sulla lingua dei segni, dalle app ”Spread the sign”.

Ovviamente è molto importante che la LIS venga riconosciuta a livello nazionale come una lingua a tutti gli effetti, come ha fatto ad esempio l’America (ma in Italia siamo sempre indietro rispetto agli altri). Altrettanto importanti sono i dialetti che la compongono, cosi come è importante nella lingua italiana in generale. Il dialetto ha dato la base per la lingua italiana e non dobbiamo dimenticarlo.

Un utente ti ha fatto una domanda molto acuta riguardante la differenza Italia/Usa sul bullismo verso persone con apparecchi acustici perché cancellerebbero un’idea di una “deaf culture”. Lì c’è una comunità di sordi forte evidentemente. In Italia c’è? ti piacerebbe fosse più presente?

È una triste realtà, purtroppo molti sordi fanno una cosa del genere, non solo con chi porta degli apparecchi acustici/impianto cocleare ma anche con chi ha frequentato delle scuole per udenti invece di quelle sorde e se sono oralisti, ovvero quelli che non conoscono la lingua dei segni. Io credo che invece di fare bullismo si debba accettare le mille differenze che ha la sordità ma sopratutto di rispettare sia le loro scelte e quelle dei genitori.

A me piacerebbe se invece potessimo concentrarci sull’aiutare il prossimo nella comunità sorda, perché alla fine, anche se siamo diversi sia caratterialmente sia per il livello di sordità, affrontiamo gli stessi problemi. Però ci sarebbe anche una questione delicata che riguarda i sordi nati da genitori udenti, di cui sono ignoranti in materia, che invece di prendersi un momento per informarsi il più possibile sul mondo dei sordi, così da potere prendere le giuste decisioni, acconsentono senza pensarci due volte alla richiesta del medico per l’inserimento dell’impianto cocleare al bambino e continuare con le vite “normali”, senza sapere che lì fuori ci sono un sacco di associazioni, come l’Ente Nazionale Sordi che potrebbero aiutare.

Mi ha affascinata tantissimo il fatto che, in famiglia, come citofono avete installato delle luci. O che non vi rendete conto del rumore che fate. Ci sono aspetti davvero unici della sordità che convivono anche con il pericolo di attraversare la strada o guidare. Puoi raccontarci uno squarcio della tua quotidianità?

Ci sono troppi aneddoti da raccontare, perlopiù capita spesso di avere a che fare con dei dipendenti (durante delle commissioni giornaliere) che alzano la voce, ma ci sono state anche quelle piccole cose che ti fanno stare male o ti fanno arrabbiare, perché ti fanno sentire inferiore o come un peso.

Ho incontrato qualcuno che mi diceva che avrebbe pregato per me. Ho incontrato qualcuno che mi disse che questo era vero amore dopo avermi vista segnare col mio ragazzo udente. Sinceramente anche al mio ragazzo questa cosa è parsa strana, nel senso che l’amore non fa alcuna differenza. Ho incontrato qualcuno che, se non capivo ciò che mi stavano chiedendo allora non ero italiana. Troppe volte mi dico quanto mi sarebbe piaciuto essere una persona normale agli occhi di tutti solo per non dover subire tutto ciò ogni giorno. Anche se è ciò che sono in fondo, una persona normale.

Dici che una delle esperienze più brutte è l’essere ignorati. Quando alzano la voce e ti chiedono se “capisci”? Ho letto tanti episodi di soprusi ma, ci sono anche persone che ti hanno emozionata in positivo per sensibilità o episodi positivi legati alla sordità?

Sicuramente l’esperienza peggiore di tutte è di essere ignorati, perché questo porta alla luce il menefreghismo dilagante di certe persone. Quando alzano la voce, io faccio presente che, essendo sorda, è inutile alzarla perché non li posso sentire (credo sia ovvio!) e chiedo quindi di parlare ad una velocità ridotta e di scandire bene le parole per permettermi di leggere il labiale.

Ma nonostante questa mia richiesta, continuano a parlare come pare a loro facendomi passare come se fossi io a non capire mai niente. È veramente assurdo. Fortunatamente però non tutti sono cosi, ho anche incontrato gente (tra cui i miei attuali amici ed il mio ragazzo) che hanno subito capito come ci si deve comportare, senza che io gli dicessi nulla. C’è da dire però, che sia raro incontrare persone che capiscano e che abbiano questa empatia.

Nei film e nelle serie tv la sordità non è molto rappresentata. Inoltre, al cinema non ci sono sottotitoli. Preferiresti una maggiore rappresentazione sullo schermo o una maggiore educazione alla sordità tra le persone? O entrambe.

Sicuramente entrambi; per quanto riguarda una maggiore cultura delle persone, sarebbe molto utile per l’abbattimento delle barriere architettoniche, visto che siamo tutti uguali e nel 2020 non è possibile continuare ad escludere le persone perché non vengono considerate “normali”.

Per quanto riguarda il cinema, è vero non ci sono mai film con i sottotitoli, ma ricordiamoci che il cinema è un luogo pubblico aperto a tutti e anche noi abbiamo tutto il diritto di guardare un film al cinema, quindi i sottotitoli si potrebbero benissimo mettere. Molte volte mi sono sentita dire che non si potevano mettere i sottotitoli nemmeno con il DVD, perché altrimenti l’audio non avrebbe seguito bene i sottotitoli. Ogni DVD ha diversi tipi di sottotitoli che funzionano benissimo e non danno alcun fastidio. Ad esempio, la dicitura “sottotitoli per non udenti”, attraverso la scritta, riproducono anche dei rumori dell’acqua, del vento o altro. Sono stati creati appositamente per permettere anche a noi sordi di poter seguire tranquillamente.

Tecnologia e sordità. Ci sono delle app per sordi che facilitano un po’ la vita, trovi che la tecnologia possa facilitare l’inclusione e ci siano abbastanza iniziative tecnologiche? Puoi raccontarne alcune?

La tecnologia è diventata importante nelle vite dei sordi, non solo per le applicazioni importanti come Taxi Sordi, SOS Sordi, infine Accessibitaly che mira al turismo e tanto altro ma sopratutto per la possibilità di fare delle videochiamate. Le tecnologie al di fuori dagli smartphone sono tantissime, i must-have nelle case dei sordi sono dei citofoni integrati con lampadine e dei videocitofoni, e magari anche un cane che ti avvisa!

Un sordo che ha studiato la LIS, che sa parlare e scrivere è necessariamente più integrato o pensi che il passo vada fatto anche nell’altro senso per venirsi veramente incontro nella comunicazione? Nel senso che gli udenti possono educarsi meglio sulla sordità, imparare e cercare di capire questa diversità?

Io credo che il passo vada fatto da entrambe le parti, perché un sordo rimane comunque sordo, e quindi non gli si può parlare come si fa con gli udenti. Bisognerebbe capirla questa cosa e andare incontro ai bisogni reali. Ho avuto amici udenti che hanno voluto imparare la LIS con me, perché anche se riesco a parlare normalmente, a volte ho delle difficoltà a comprendere appieno il discorso. Molte volte, non ci si fa caso e si parla troppo veloce e quindi perdo dei pezzi.

Infine, hai voluto dare dei consigli per interfacciarsi al meglio con una persona sorda.

Ogni volta che dico di essere sorda, la reazione che spesso vedo dall’altra persona è il panico, per poi cominciare facendosi mille problemi inutili. Il consiglio che posso darvi è, semplicemente, di non agitarvi e di parlare piano, anche di scandire bene le parole.

Ricordatevi che noi sordi abbiamo bisogno di leggere il labiale, quindi assicuratevi di non coprire la bocca ma sopratutto di non girarvi troppo con la testa mentre parlate. Quindi, non succede nulla se abbassate la mascherina. Ricordiamoci che la sordità non è una malattia, è ciò che siamo, ma siamo soprattutto persone come voi.

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