Ma quale festa della donna? 8 marzo, zona rossa

8 marzo, ma cosa c’è da festeggiare? Di positivo c’è ben poco. Più che “festa della donna”, di fatti, iniziamo a chiamarla con il suo nome corretto: “Giornata internazionale dei diritti della donna”. Ed ecco allora che la nostra attenzione si sposta su temi meno gioiosi: i diritti, la parità di genere, l’uguaglianza, la (non) violenza. Perché mentre in prima serata, sulla tv nazionale, nel programma più visto d’Italia (Sanremo), scatta il siparietto polemico sulla necessità di chiamare direttore o direttrice d’orchestra una donna, i dati nazionali ci riportano con i piedi per terra.

Sì, perché sia per le disuguaglianze sociali, che per le violenze domestiche, il 2020 si è chiuso con un dato negativo. A peggiorare la situazione, chiaramente, è stato “l’effetto pandemia”. Maledetta pandemia.

Iniziamo dal lavoro: il 99% dei lavoratori in meno di dicembre 2020 è donna

Nell’ultimo mese dell’“annus horribilis” che ci siamo chiusi alle spalle (ma che ancora continua prepotentemente – speriamo di non doverlo chiamare “decennio horribilis”) l’economia non ha preso il volo come consueto. Natale e vacanze di fine anno sono solitamente grande motore monetario ma a questo giro, per ovvie ragioni, sono andate nel verso opposto. Ma a pagarla sono state quasi solo le donne: gli occupati sono diminuiti di 101mila unità, di cui 99mila donne. Insomma, il 99% di chi ha risentito del crollo economico dicembrino è stato il “gentil sesso”. Guardando tutto l’anno, la situazione cambia di poco: dei 444mila occupati in meno registrati in Italia in tutto il 2020, il 70% è costituito da donne.

Non dimentichiamo poi la situazione già di per sé negativa, covid o non covid: il gender pay gap, ovvero, la differenza tra il salario annuale medio percepito dalle donne e quello percepito dagli uomini, è intorno al 20% a livello mondiale, mentre in Italia la media si abbassa leggermente: 18,9% (qui un interessante progetto in merito lanciato da donne.it).

Gli effetti del lockdown sulla violenza contro le donne e i femminicidi

Un altro aspetto che ha risentito negativamente della pandemia è stato quello dei femminicidi e, in generale, della violenza contro le donne. Grazie all’analisi Eures sulla “correlazione tra convivenza e rischio omicidiario” scopriamo che, in valori assoluti, nel confronto tra i dieci mesi del 2019 e il medesimo periodo del 2020 (gennaio – novembre), il numero dei femminicidi familiari con vittime conviventi è salito da 49 a 54 (+10,2%), mentre contestualmente è sceso da 36 a 26 quello delle vittime non conviventi (-27,8%). Il femminicidio, infatti, è un reato commesso principalmente all’interno delle mura domestiche e la pandemia non ha fatto che aumentare questo dato, per ovvie ragioni.

Altro dato significativo è stato quello delle chiamate al 1522. Grazie ai dati Istat (gennaio – ottobre 2020) scopriamo che le telefonate al numero verde del Dipartimento per le Pari opportunità attivato per le donne vittime di violenza e stalking, hanno raggiunto quota 26.477, superando in 10 mesi i livelli degli anni precedenti (in tutto il 2019 se ne contano 21.290).

Ovviamente il picco è stato raggiunto nei mesi del lockdown, quando le donne vittime si sono ritrovate per un lungo periodo chiuse in casa con i propri compagni: dal primo marzo a metà aprile si sono contate 5.031 telefonate (+73% in più rispetto allo stesso periodo nel 2019). C’è solo da attendere la fine del 2021 e tirare di nuovo le somme. E di positività ce ne sarà ben poca.

Sguardi di Donne… in zona rossa

Di questi argomenti ne abbiamo parlato in modo più approfondito in occasione del lancio del nostro “Sguardi di Donne, Identità in Viaggio”, l’ebook che raccoglie le interviste realizzate da noi a diverse donne. Lo avevamo pubblicato proprio l’8 marzo 2020. E non sapevamo che la sorte avrebbe fatto coincidere questa data con quella che avrebbe segnato una piaga maggiore nella diversità delle donne. L’8 marzo 2020 fu il giorno in cui tutta Italia scoprì di divenire zona rossa. Il giorno in cui le disparità di genere ripresero ad aumentare. Niente festa, per questo 8 marzo. Solo riflessione.

Per chi volesse a approfondire le origini di questa ricorrenza, ne avevamo parlato qui.

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