Mascherina 1522, il messaggio in codice contro la violenza domestica

Durante questa fase di lockdown diverse associazioni, tra le quali Amnesty International, hanno notato un incremento di donne che hanno sentito la necessità di rivolgersi a centri antiviolenza per chiedere aiuto.

A titolo esemplificativo basterà leggere i dati riportati da Donne in Rete contro la violenza, per capire quanto sia una vera e propria emergenza che, spesso, passa sotto silenzio.

Siamo, come è giusto che sia, circondati da notizie relative ai dati riguardanti il Covid-19: guariti, positivi e negativi al tampone, – purtroppo – deceduti. Ma questa emergenza non deve distoglierci da quella, subdola e silenziosa, che purtroppo riguarda moltissime donne in Italia.

I centri e le iniziative contro la violenza sulle donne

Proprio per salvaguardare le numerose vittime di violenza domestica, sono presenti sul suolo italiano una serie di movimenti e reti per chi ha bisogno di aiuto.

Numerosi i centri esistenti che si possono contattare in caso di necessità: tra questi, Differenzadonna, che offre aiuto legale o quelli presenti nell’elenco stilato dalla rete D.i.Re.

Molte anche le iniziative per richiedere aiuto, prima tra tutte il servizio pubblico promosso dal Dipartimento per le Pari Opportunità, che consiste nella possibilità di contattare il numero 1522.

Al numero, gratuito e attivo 24 ore al giorno, risponde un’operatrice specializzata nel sostegno verso donne vittime di violenza o stalking.
Nel caso in cui alla vittima sia impedito di parlare, poi, è possibile raggiungere un’operatrice via chat, e scambiare con lei messaggi in forma scritta.

E, come prevedibile, anche il 1522 ha registrato un picco di telefonate durante il mese di Aprile 2020.

Altra iniziativa è quella avviata dalla Polizia di Stato, che ha esteso il servizio dell’applicazione – scaricabile gratuitamente – YouPol, nata per segnalare episodi di bullismo o di spaccio, anche per comunicare reati legati alla violenza tra le mura domestiche.

Ancora, è attivo il numero verde 800131724, nato per volere dell’Onlus WeWorld – che opera in difesa di donne e bambini – per garantire supporto durante questo isolamento.

La mascherina 1522 contro la violenza domestica

Un’altra importante iniziativa lanciata in questi giorni è quella di Andrea Catizone, immediatamente abbracciata da un gruppo, nato spontaneamente, di donne: la “Mascherina 1522“.

La campagna proposta da Andrea ha raggiunto il suo traguardo nel Protocollo d’Intesa sottoscritto dalla ministra (per le Pari Opportunità e la Famiglia) Elena Bonetti con la Federazione dell’Ordine dei Farmacisti, di Federfarma e Assofarm.

L’accordo, nato tra i centri antiviolenza e la Federazione di farmacisti, consiste nella conoscenza, da parte dei farmacisti italiani, di questo codice.

La donna in difficoltà, che subisce qualche forma di abuso tra le mura domestiche, può recarsi in farmacia e chiedere, appunto, una “mascherina 1522”. Il farmacista, di fronte a tale richiesta, offrirà alla vittima alcune informazioni utili e si attiverà per fornirle l’aiuto di cui ha bisogno.

Ammettere di avere bisogno di aiuto e chiederlo richiede un’immensa dose di coraggio. Non è facile, né scontato e, troppo spesso, chi non è coinvolto direttamente fa una cosa assai grave: colpevolizza la vittima di “non aver fatto nulla” o di “aver fatto troppo poco” per fermare il carnefice.

Con la diffusione e la promozione di queste iniziative non si vuole minimamente lasciare un messaggio simile. Si vuole, al contrario, cercare di abbracciare, a distanza, chiunque si trovi in un momento di difficoltà e dire a gran voce: Non sei sola.

Locandina dell'iniziativa mascherina 1522 contro violenza domestica

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