Mattia Mazzoleni, presidente Commissione Albo Fisioterapisti di Bergamo: «Siamo partiti da zero e ce la stiamo mettendo tutta»

Un paio di anni fa avevo intervistato alcuni fisioterapisti che mi hanno raccontato del loro lavoro partendo dall’allora recente notizia dell’istituzione di un Ordine per tutelare la loro professione. Mi dissero che in quel frangente iniziale c’erano solo scartoffie e documenti da compilare sapendo che i giudizi sull’eventuale efficacia e i benefici di questa nuova istituzione si sarebbero visti solo a distanza  di qualche mese.

Così  dopo due anni da quell’articolo sono tornata sull’argomento per fare il punto della situazione e verificare quali passi sono già stati fatti e quali saranno i prossimi ascoltando direttamente la voce di Mattia Mazzoleni, presidente della Commissione dell’Albo dei fisioterapisti di Bergamo.

Ne è uscita un’intervista istituzionale a un professionista che rappresenta la sua categoria lavorativa, che è anche una chiacchierata tra il fisioterapista Mattia e la sua paziente Valentina; un dialogo per mettere le basi del rapporto tra Albo dei fisioterapisti e pazienti (o associazioni di pazienti), un rapporto che mira ad essere più istituzionale, oltre a quello che si instaura quotidianamente lavorando insieme nelle cliniche o negli studi privati.

Una celebre frase del filosofo cinese Laozi dice “Ogni lungo viaggio inizia con un primo passo”. Si può dire che con la costituzione dell’Ordine delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione (legge 3/2018) sia stato il primo passo nel viaggio della tutela e promozione della professione di fisioterapista?

«Con la legge 3/2018, che prevedeva la costituzione dell’Ordine delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione, si sono finalmente definite le professioni sanitarie, le quali sono state ordinate tutte dai rispettivi Albi e Ordini. Chi non è dentro questa legge ad oggi non può definirsi un professionista sanitario.  Ci sono però sicuramente ancora tante cose da fare prima di poterci dire veramente soddisfatti; infatti bisogna definire cosa possono fare quelle figure che, non avendo titoli riconosciuti, sono rimaste escluse da questa legge e quindi vanno considerate operatori dell’area del benessere e non professioni sanitarie, come i massaggiatori. Qui la situazione si fa molto più complessa perché anche all’interno delle singole regioni ci sono visioni diverse. Sarebbe importante definire una linea di confine tra ciò che è sanitario e ciò che non lo è evitando così sovrapposizioni tra le competenze e i profili professionali, tra le figure non sanitarie e quelle sanitarie».

Nell’articolo di due anni fa a proposito dell’introduzione di questa legge e dell’istituzione di Albi per delineare i settori sanitari, avevo parlato di “giungla” sanitaria. La situazione è cambiata? Perché si dice che i pazienti sono più tutelati con l’istituzione degli Albi sanitari?

«Come dicevo prima, la definizione delle competenze e dei profili professionali sarebbe importante prima di tutto per la tutela di tutti i nostri pazienti che, in mezzo a questa giungla come tu l’hai ottimamente definita, non sanno più distinguere tra chi sia un professionista sanitario e chi no. Sicuramente qualche categoria ha cavalcato questa confusione per poter arrivare a fare cose che non potrebbe. Ad esempio se io chiedessi a molti dei miei pazienti di spiegarmi la differenza tra fisioterapista, massofisioterapista, massaggiatore capobagnino o osteopata quasi nessuno saprebbe rispondermi. E forse nemmeno qualche medico».

Uno dei problemi che si cercava di risolvere con la nascita dell’Albo dei fisioterapisti era quello di regolarizzare l’abusivismo nella vostra professione. È diminuito questo fenomeno?

«Uno dei passi in avanti significativi raggiunto con l’Albo è quello di aver “mappato” tutti i fisioterapisti veri in quanto l’iscrizione è una tassa obbligatoria per tutti per poter lavorare. Quindi ad oggi chiunque si spacci per fisioterapista o faccia qualsiasi attività riconducibile al nostro profilo professionale, senza essere iscritto all’Ordine, può essere considerato abusivo.

A questo riguardo mi fa piacere citare la bella campagna organizzata, in collaborazione con tutte le commissioni d’Albo dei fisioterapisti della Lombardia, in occasione della Giornata Mondiale della Fisioterapia che cade l’8 settembre di ogni anno: abbiamo prodotto un poster celebrativo che rappresenta graficamente gli ambiti di intervento del fisioterapista e al centro del poster abbiamo posizionato un QR code che rimanda al sito dell’Ordine nazionale dove è possibile fare la ricerca dei fisioterapisti iscritti all’Albo».

A distanza di due anni dall’istituzione dell’Albo come è cambiata la considerazione della vostra professione? Cosa significa che un’iscrizione ad un Albo tutela il vostro lavoro?  

«Prima chi si spacciava per fisioterapista ma senza avere realmente il titolo, o faceva qualsiasi attività riconducibile al nostro profilo professionale ma senza alcuna abilitazione, non poteva essere considerato abusivo a causa delle difficoltà di verificare se effettivamente uno fosse un fisioterapista o no ma soprattutto perché colui che segnalava un’attività abusiva doveva prendersi la responsabilità legale della denuncia. Oggi con l’Albo qualsiasi cittadino di  fatto può segnalarci attività abusive ed è l’Albo che, in collaborazione con i propri avvocati,  si prende carico di attivare l’eventuale denuncia.  Ricordo infatti che, sempre con la legge 3/2018, anche per chi pratica la professione di fisioterapista avendone il titolo ma senza essere in regola con l’iscrizione all’Ordine, c’è il penale».

Cosa significa far parte dell’Ordine delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione? 

«Attualmente i fisioterapisti fanno parte di un Ordine multiprofessionale, denominato TSRM-PSTRP ovvero dei “tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione”.

Poco fa ho detto “attualmente” perché il 10 dicembre 2020 può considerarsi una data storica per i fisioterapisti avendo fatto un altro passo avanti con l’istanza per ottenere un Ordine professionale indipendente. La commissione nazionale d’Albo ha infatti inoltrato la richiesta al Ministero della Sanità di costituire un Ordine per soli fisioterapisti. Questo è stato possibile grazie al fatto di avere 63000 professionisti iscritti all’Albo e quindi per legge abbiamo la possibilità di staccarci dall’attuale Ordine delle professioni sanitarie. Sarà importante, nonostante questo, portare a termine i progetti già programmati con le altre professioni sanitarie e gli impegni presi all’interno dell’attuale Ordine anche perché il distacco potrebbe avvenire in tempi lunghi».

Dicembre è un mese importante e ricco di ricorrenze, era infatti il 20/12/2019 quando sei stato eletto presidente della Commissione dell’Albo dei fisioterapisti di Bergamo. Cosa significa per te esserne presidente?

«Quando ho deciso di lanciarmi in questa avventura posso dire che non sapevo quello che mi aspettava e non immaginavo ci fosse così tanto lavoro, ma sono davvero orgoglioso di rappresentare una categoria come la nostra fatta di colleghi che svolgono un lavoro così bello, stimolante e che dà tante soddisfazioni. In un territorio piccolo come il nostro ho la possibilità di conoscere personalmente moltissimi dei colleghi, con i quali posso confrontarmi tutti i giorni su tante tematiche».

Come è strutturata la Commissione dei fisioterapisti di Bergamo e quanti iscritti  siete?

«L’Ordine provinciale qui a Bergamo è costituito da un consiglio direttivo che ha come presidente il dott. Guido Muzzi; sono poi presenti 19 commissioni d’Albo, una per ogni professione inserita in questo Ordine. A Bergamo l’Ordine TSRM-PSTRP conta circa 3000 iscritti in totale. Abbiamo una bellissima nuova sede a Curno in via Dell’aeronautica, inaugurata   lo scorso settembre.

La Commissione d’Albo dei fisioterapisti di Bergamo è invece composta da 5 fisioterapisti, eletti direttamente dagli iscritti. Oltre a me, che ne sono il presidente, ci sono Simone Ruggeri (vicepresidente), Andrea Imbesi (segretario), Claudia Giordano e Bruno Minervini (consiglieri); tutti loro danno un contributo prezioso e fondamentale alla realizzazione dei nostri progetti e alla vita dell’Albo.

Attualmente il nostro Albo provinciale conta 962 fisioterapisti iscritti, il traguardo dei mille lo raggiungeremo presto con i nuovi colleghi che si sono laureati in questi mesi».  

Come Commissione dell’Albo dei fisioterapisti di Bergamo, quali sono le basi che avete già  gettato e quelle che volete gettare per creare un rapporto tra Albo dei fisioterapisti e pazienti o associazioni di pazienti?

«Vogliamo allacciare rapporti più stretti con gli altri ordini professionali e soprattutto con le associazioni dei pazienti. Riteniamo infatti che per il fisioterapista, come per tutte le professioni sanitarie, il paziente ed il suo bisogno di salute siano sempre al centro.

Per quanto riguarda il rapporto dell’Albo con le associazioni dei pazienti, il primo passo che ci accingiamo a compiere come Ordine multiprofessionale è prendere contatto con loro per presentarci nella speranza di creare un collegamento diretto che permetta ai pazienti di soddisfare il proprio bisogno di salute rivolgendosi al professionista sanitario adeguato e regolarmente iscritto all’Ordine».

Facciamo il punto a circa un anno dalla vostra elezione:  quali obiettivi avete già raggiunto? Quali sono i prossimi passi? Quali progetti avete in mente per il futuro?

«In questo primo anno di mandato oltre alla lotta all’abusivismo, di cui ti ho già ampiamente parlato, ci stiamo impegnando su diversi fronti tra cui la promozione della nostra professione attraverso articoli ed interviste.

Abbiamo cercato di informare i cittadini su chi sono i fisioterapisti, cosa fanno e cosa fa la Commissione d’Albo (come ad esempio la già citata campagna in occasione della Giornata  Mondiale della Fisioterapia).

Abbiamo dato molto spazio alla formazione, che riteniamo sia il pilastro per la crescita della professione. In questo caso abbiamo dovuto ristrutturare quanto programmato per via dell’emergenza Covid-19 ma grazie alla modalità webinar siamo riusciti ad organizzare 10 incontri di formazione su argomenti diversi, dalla riabilitazione respiratoria nei pazienti Covid-19, alla gestione del dolore, a problematiche muscolo scheletriche o neurologiche. Il tutto grazie al prezioso contributo di tanti docenti che ci hanno dato la loro disponibilità.

Sicuramente la pandemia da Covid-19 non ha aiutato per la realizzazione di tante delle idee che avevamo ma stiamo programmando quelle per i prossimi 12 mesi. Stiamo pensando a nuovi eventi formativi ed al potenziamento della nostra figura sul territorio e nelle scuole.

In questo anno così difficile abbiamo dovuto partire da zero a costruire questo Albo e ce la stiamo mettendo tutta; mi sono reso conto di persona di come alcuni processi siano più lunghi del previsto, questo non deve scoraggiarci ma darci ancora più carica per andare avanti e gettare le basi per prendere parte a questo processo e dare il nostro contributo».

Qual è il vostro ruolo di fisioterapisti durante l’attuale emergenza di Covid-19?

«Il ruolo del fisioterapista durante la pandemia da Covid-19 è “chiave” sia in prima linea nelle terapie intensive con i pazienti intubati, sia nella riabilitazione respiratoria e neuromotoria nelle fasi acute, sia nella ripresa della vita quotidiana dopo la negativizzazione del tampone. L’intervento fisioterapico precoce e prolungato nel tempo evita il rischio di perdita delle autonomie, soprattutto nelle persone anziane o con comorbidità (la presenza o l’insorgenza di una patologica accessoria durante il decorso clinico di una patologia oggetto di studio) o con limitazioni funzionali respiratorie e motorie, e garantisce il corretto recupero ed un elevato grado di qualità della vita in adulti e giovani adulti sani».

Giornata Mondiale Fisioterapia Albo Fisioterapisti di Bergamo

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