Myanmar, peggiorate le condizioni di sicurezza: «Assicurate protezione internazionale ai rifugiati di etnia chin»

I rifugiati chin potrebbero ancora necessitare di protezione internazionale a causa del deteriorarsi delle condizioni di sicurezza nella regione meridionale dello Stato di Chin, in Myanmar. Lo ha dichiarato in questi giorni l’UNHCR (Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati) che, di conseguenza, continuerà a riconoscere loro lo status di rifugiato.

Attualmente vi sono oltre 18mila rifugiati chin registrati dall’UNHCR: la stragrande maggioranza (oltre 15mila) vive in Malesia, mentre sono presenti in numero minore in India, Thailandia e Nepal.

A metà 2018, in base all’analisi delle condizioni di sicurezza nello Stato di Chin e nella Regione di Sagaing, in Myanmar, l’UNHCR ha iniziato un processo di revisione dello status dei rifugiati chin per rivalutarne in modo continuato le esigenze di protezione.

Da allora, l’UNHCR ha ricevuto una serie di nuovi rapporti e valutazioni, che non hanno supportato le conclusioni originarie secondo cui erano in corso cambiamenti fondamentali e duraturi nello Stato di Chin e nella Regione di Sagaing. L’Agenzia aveva inoltre registrato preoccupazioni specifiche sollevate da organizzazioni della comunità chin e della società civile.

L’UNHCR ha monitorato con particolare apprensione il deteriorarsi delle condizioni di sicurezza nella regione meridionale dello Stato di Chin. L’Agenzia ha emesso una dichiarazione pubblica con la quale ha espresso profonda preoccupazione per l’impatto umanitario delle continue violenze e per le nuove ondate di persone sfollate.

Alla luce dell’aggravarsi della situazione, l’UNHCR ha preso la decisione di interrompere il processo di revisione individuale dello status dei rifugiati chin.

“Riconosciamo che i rifugiati chin potrebbero ancora necessitare di protezione internazionale a causa del deteriorarsi delle condizioni di sicurezza nel sud dello Stato di Chin, in Myanmar, situazione che ha generato una nuova ondata di persone sfollate”, ha dichiarato Volker Türk, Assistente Alto Commissario per la Protezione dell’UNHCR.

“La decisione di sottoporre a nuova valutazione il nostro approccio complessivo è in linea con l’impegno dichiarato all’inizio del processo di revisione stesso, vale a dire che l’UNHCR avrebbe continuato a monitorare gli sviluppi della situazione, rivedendo la propria posizione qualora necessario”.

Sebbene l’anno scorso gli uffici dell’UNHCR nei Paesi che accolgono i rifugiati chin abbiano iniziato ad assicurare servizi di consulenza e revisioni individuali dei loro casi, nessuna decisione finale sullo status è stata presa. Nessun rifugiato chin aveva perso il proprio status di rifugiato in seguito alla revisione dell’approccio di esame dei casi, che è stato ormai sospeso.

Come per tutti i rifugiati, l’UNHCR continuerà a lavorare per massimizzare le soluzioni a favore dei chin, proponendo anche il programma di rimpatrio volontario allorché vi saranno le condizioni che consentiranno di fare ritorno in modo sicuro e dignitoso. L’UNHCR esprime nuovamente la propria gratitudine ai Paesi che accolgono i rifugiati chin per la continua generosità mostrata garantendo protezione a questo e ad altri gruppi di rifugiati fuggiti dal Myanmar.

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