Natale a Pavana, video e testo dell’ultimo capolavoro di Francesco Guccini

Il Maestro è tornato. Punto di riferimento della musica italiana, il cantautore Francesco Guccini ci ha regalato un altro capolavoro: Natale a Pavana, canzone nata dalle rime di una sua poesia, su richiesta di un’altra colonna portante, Mauro Pagani.

Note di Viaggio, le canzoni di Francesco Guccini reinterpretate dai big della musica italiana

Il singolo inedito è contenuto in un album nato per ridare vita ai capolavori dell’autore pavanese, con le voci di cantanti contemporanei. In “Note di Viaggio” (volume 1 – perché il Maestro ha già inciso una seconda – seppur più breve – canzone nuova per il prossimo album), troviamo: Giuliano Sangiorgi (‘Stelle’), Malika Ayane (‘Canzone quasi d’amore’), Ligabue (Incontro’), Elisa (‘Auschwitz’), Samuele Bersani e Luca Carboni (‘Canzone delle osterie di Fuori Porta’), Manuel Agnelli (‘L’avvelenata’), Carmen Consoli (‘Scirocco’), Nina Zilli (‘Tango per due’), Brunori Sas (‘Vorrei’) e Margherita Vicario (‘Noi non ci saremo’). Tutto il gruppo è raffigurato su una barca, insieme a Guccini stesso, in un murales di TvBoy (in via Libia a Bologna). Lo stesso è poi ripreso come copertina dell’album.

Francesco Guccini e Mauro Pagani murales Bologna Note di Viaggio Natale a Pavana

Uno squadrone in viaggio, insomma. Tutto per omaggiare un grande cantastorie italiano, che ormai aveva promesso di non tornare più in scena con nuove canzoni. Di fatto, oggi si identifica come scrittore visto che il numero dei suoi romanzi ha superato quello degli album: l’ultimo è “Tralummescuro. Ballata per un paese al tramonto” (2019), sempre dedicato alla sua Pavana, il paesino dove vive da anni, in provincia di Pistoia.

Ma intanto è arrivato anche l’inedito Natale a Pavana e il suo video, appena pubblicato ufficialmente. Lui, che tutto questo “non l’aveva previsto” e che non sopporta più il testo dell'”Avvelenata“, tanto quanto i suoi fan lo amano. Lui che scriveva di getto canzoni (anche “La Locomotiva” e i suoi 8 minuti li aveva buttati giù in un sol respiro). Lui che parla a tutte le generazioni e continua a emozionare con le sue intramontabili parole. Lui che i fan, i giornalisti e i media “ben poco li sopporta” (…semi cit.), ma si è lasciato andare lo stesso per quest’ultimo capolavoro all’alba degli 80 anni (nel 2020). E allora facciamoci cullare dalle rime – rigorosamente in dialetto pavanese – di Guccini e dalle sue, davvero ultime, ballate musicate.

Video Natale a Pavana di Francesco Guccini

Testo Natale A Pavana di Francesco Guccini

Del volte i m’arcordo quíi Nadali
quand’i ero un bambin:
la sfrúmmia del vacanze, dla valísglia,
al sconsummo dla strada a la stazion
a pée, ma alora a s’ caminava verodío
e me babbo davanti con al peso emíemémadre‘ddré.
“Modna, stazion ‘d Modna”
E ‘na zízzola maremma can col braghe corte, e ‘na nebbia ch’a t’inzupava
al córe, e t’a l’ stricava
per avertase quando ‘d sovr’al colle

l’aparizion dla Madonna su a San Lucca
a t’ disgeva ch’l’era ariva’ Bologgna.
Babbo, perché noialtri
A ‘n se sta ed ca’ a Bologgna?
Eee, magara!
E po’ piazale Ovest,
ghiggne e chiàccare con vosgi che col treno già i m’ portavan’ ed colpo su i mée monti
el sudava al vapore e quando ed rado
lascia’ cl’altra stazion
s’entrava in galería
al fummo a s’inflitrava int al vagon
e a l’ rempiva i polmon
e s’a t’ sopiavi al naso
l’era móccio e carbon.
E neve, tanta neve, bianca e fina, E neve, tanta neve
fin a la Venturina.
D’ed d’là dal fiumme a i era
Al monte dla mé Pavna,
la sóo magia
e la mé forza e la mé fantasia

Giò dal treno, Ziarina,
la c’aspetava, l’era anda’ a comprare l’anguilla dla vigília
Ziarina disgeva:
“via, via, ch’l’è belle buíio!”
per Nadale la notte la vén presto
E via che ‘d strada, tanta,
a i né ancora da fare
a pée, ma l’era tutt’un caminare
Cla strada belle fatta tante volte
Fra dóo montaggne ‘d neve.
E in ca’ i i’eren tutti,
Nonnamabília a i era,
Ziorico, Nonnopietro,
e Ziateresa,
con i taselli ‘d tavole ‘d castaggno
e i sacchi amontina’ lí’d fianco a i muri e l’acqua ch’la scoreva dal botaccio per far andar el masg’ne,
per tridare el castaggne,
robbanera, frumento e formenton. Che gran savore ‘d bón!
L’era, l’era ca’ mia,
i ero torna’ a ca’ mia,
al me fiumme,
ai mée monti, al mé mondo e Modna, e la só torre, l’eran armaste un soggno, soltanto un brutto soggno, che al Limentra
c’ la piéna d’inverno.
a l’portava via
L’era, l’era ca’ mia,
i ero torna’ a ca’ mia,
al me fiumme,
ai mée monti, al mé mondo e Modna, e la só torre, l’eran armaste un soggno, che al Limentra
a l’portava via.

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