Nobel per la Pace ad Abiy Ahmed Ali: l’Africa del rispetto e dell’equità

“Un Premio davvero significativo e carico di speranza, quello attribuito al Primo Ministro Etiope”. Lo afferma il Direttore di Amref Health Africa-Italia, Guglielmo Micucci, riferendosi al Premio Nobel per la Pace ad Abiy Ahmed Ali, quarantaduenne nuovo primo ministro dell’Etiopia.

Dopo il premio dello scorso anno a Denis Mukwege, quindi, anche nel 2019 il Nobel per la Pace va ad un personaggio africano. “Un Premio che speriamo dia ulteriore forza al processo di pace dell’area e che parli al Mondo intero di un’altra Africa. – continua Micucci – Un continente aperto al mondo, veloce, pragmatico, costruttore di ponti e vero “motore” di soluzioni per le sfide presenti e future”.

“In Etiopia negli ultimi anni ci sono stati cambiamenti davvero sorprendenti – afferma Micucci – il nuovo Primo Ministro ha portato riforme volte a un maggior rispetto della libertà di espressione, come confermano gli operatori africani di Amref Health Africa in Etiopia. Alcuni cambiamenti hanno riguardato in particolare la posizione della donna. Il primo ministro Abiy Ahmed ha assegnato il 50 per cento dei ministeri alle donne e per la prima volta il presidente della Repubblica è una donna, così come quello della Corte suprema. È un grosso segnale da parte del governo in una società prettamente patriarcale.

La pace con l’Eritrea e quella in altre zone del Corno d’Africa hanno fatto sì che la situazione si stia normalizzando, ma permangono ancora i conflitti interetnici, principalmente nelle regioni di Oromia e Gambella. Una delle conseguenze è il gran numero di sfollati interni. Si aggiunga che dopo l’Uganda, l’Etiopia è il Paese che accoglie più migranti dai Paesi vicini. Si tratta di oltre 900mila persone destinate a una lunga permanenza. L’impegno del governo etiope è anche rivolto a una loro sostenibile integrazione.

Ci auguriamo che il riconoscimento mondiale attribuito al Primo Ministro etiope possa rafforzare queste politiche di integrazione ed equità. Non solo: ci auguriamo che spinga il mondo a riconoscere sempre di più all’Africa il posto da protagonista che le spetta”.

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