Ogni 7 secondi si sposa una ragazza minore di 15 anni. 70mila, invece, sono le morti causate da gravidanze premature, quando il corpo non è ancora in grado di sopportare tale importante cambiamento.
Dati allarmanti ai quali l’Onu ha fatto riferimento promuovendo la quinta Giornata Mondiale delle Bambine e delle Ragazze, l’11 ottobre. Numerose le associazioni ad aderire – come Save the Children, Unicef e Terre des Hommes – per sensibilizzare l’opinione pubblica globale riguardo violenze, abusi e discriminazioni verso le giovani del Pianeta.
Per l’occasione, Save the Children ha lanciato il rapporto “Every Last Girl: free to live, free to learn, free from harm”, un dossier in cui, tra le altre cose, vengono elencati i paesi dove è più difficile essere una bambina o una ragazza. Si scopre così che il Niger è lo Stato peggiore per le più giovani mentre, al contrario, la Svezia risulta essere la migliore nazione, seguita da Finlandia e Norvegia. L’Italia, invece, è al decimo posto. Matrimoni precoci, numero di bambini per madri adolescenti, mortalità materna, completamento della scuola secondaria di primo grado e numero di donne in Parlamento, i parametri utilizzati per stilare questo documento.
“La scuola è la prevenzione migliore” è invece la convinzione di Unicef, da anni impegnata per combattere i matrimoni precoci tramite un’azione culturale. Nonostante siano in calo, infatti, questo tipo di unioni rimangono un problema significativo e si verificano soprattutto nelle zone rurali, più povere e, quindi, più lontane da un’ampia scolarizzazione. Ed è proprio nella scuola che Unicef individua la soluzione più efficace per la risoluzione del problema, oltre che per garantire un miglioramento della qualità della vita e favorire l’accesso alla comunità. Non bisogna dimenticare, infatti, che spesso le giovani spose vengono allontanate dalle proprie famiglie natali e costrette all’isolamento senza poter coltivare neppure relazioni con le coetanee.
#OrangeRevolution, #indifesa delle bambine spose
È stata Terre des Hommes, invece, a promuovere anche un’azione social oltre a denunciare le violenze minorili nei confronti delle giovani migranti che cercano di raggiungere l’Europa. La Federazione Internazionale, che comprende 11 nazioni e si occupa dei diritti dei bambini, per la Giornata Mondiale delle Bambine e delle Ragazze ha lanciato infatti gli hastag #OrangeRevolution e #indifesa con lo scopo di rendere l’argomento più virale possibile, aumentando così la sensibilità sul tema.
Non solo rosa: il colore arancione è stato scelto per scardinare lo stereotipo che vede il rosa come colore legato al mondo femminile. Per ridurre fenomeni di discriminazione, infatti, è importante partire dall’abbattimento dei luoghi comuni: il modo migliore per affacciarsi al mondo con la mente libera da preconcetti.