Rainbow 365 – Colori vs Omofobia, il calendario dei rugbisti italiani

Un anno a tinte arcobaleno per dire no all’omofobia nello sport. Arriva grazie a Rainbow 365 – Colori vs Omofobia, il calendario 2019 realizzato dai giocatori di rugby dello Zebre Rugby Club – la franchigia della Federazione Italiana Rugby con sede a Parma – e Libera Rugby Club, la prima squadra maschile di rugby gay-friendly in Italia.

13 foto nelle quali posano, tra sorrisi e colori, anche i più noti volti della nazionale italiana di Rugby: Giulio Bisegni, Oliviero Fabiani, Renato Giammarioli, Giovanni Licata, Maxime Mbandà e Guglielmo Palazzani. In copertina invece troviamo Jimmy Tuivaiti, neozelandese che ha fatto il suo esordio con la maglia azzurra lo scorso novembre.

Un gesto gioioso e leggero, quindi, che non nasconde però una necessità ancora forte. Solo a novembre 2018, infatti, il celebre Gareth Tomas, ex-capitano della nazionale di rugby gallese, ha subito un’aggressione omofoba a Cardiff, città in cui vive. Lo ha denunciato lui stesso postando un video che lo ritraeva con il volto tumefatto. Oggi 44enne, si è ritirato otto anni fa dopo aver collezionato, tra il 1995 e il 2007, 100 caps con il Galles. Fece coming out nel dicembre 2009, ricevendo dai 30mila tifosi del Tolosa una standing ovation all’annuncio del suo nome.

Così anche il rubgy italiano, oggi, prova a dare una spallata all’omofobia. Nonostante agli ultimi giochi olimpici fossero stati più di 70 gli atleti dichiaratamente gay, c’è ancora molto da fare sul versante dei diritti. Lo sanno bene anche i giocatori di Libera Rugby Club, la squadra amatoriale di rugby di Roma che nel luglio del 2015 passò nella storia dello sport italiano. Per la prima volta, infatti, su Sportweek, inserto de La Gazzetta dello Sport, in copertina apparse un bacio gay. Protagonisti erano i due rugbisti di Libera Rugby, Stefano e Giacomo, compagni di squadra e di vita. Ad accompagnarli, l’hashtag #liberitutti e il titolo “Chi ha paura di un bacio?”.

Sportweek chi ha paura di un bacio rugby bacio gay

Nata con lo scopo di aprire le porte a tutti, etero e gay senza paura o vergogna, Libera Rugby vuole «promuovere la diffusione del gioco del rugby nella comunità LGBT, fornendo un ambiente sociale e sportivo dove tutti si sentono accettati e rispettati indipendentemente dal loro orientamento sessuale, contribuendo in tal modo a combattere l’omofobia nel mondo dello sport».

Una squadra di rugby inclusiva per uno sport ancora “troppo virile”

Come spiega il team di Libera, «il mondo del rugby non è particolarmente omofobo, ma spesso si sente parlare del rugby come uno sport per “veri” maschi, contribuendo a dargli una immagine eccessivamente machista. Questo potrebbe frenare molti giovani ragazzi dallo scegliere il rugby come sport da praticare. Ecco perché abbiamo deciso di creare una squadra: percepiamo che c’è molto interesse per il rugby nella comunità gay romana, ma pochissimi ragazzi realmente fanno parte di una squadra di rugby. Noi vogliamo offrire ai ragazzi gay e ai loro amici l’opportunità di iniziare a giocare a rugby in un ambiente privo di pregiudizi indipendentemente dal proprio orientamento sessuale».

Un calendario contro l’omofobia nello sport ma non solo

Parallelamente al lancio del calendario è partita una campagna di sensibilizzazione online condivisa dalle Zebre, la Federazione Italiana Rugby, Libera e dal suo sponsor di maglia, Althea-amore e sughi, tra i pochi brand italiani da sempre impegnati nelle campagne Lgbt.

L’anno scorso, invece, è stata lanciata la campagna Smile&Fight di Libera e di Althea, per chiedere alle Federazioni sportive italiane di inserire nei loro regolamenti il divieto di discriminazione secondo l’orientamento sessuale, l’unico ancora non citato.

Il calendario 2019 Rainbow 365 – Colori vs Omofobia, è in vendita online da lunedì 17 dicembre sull’e-shop di Rugbymeet e sul sito di Libera a 9,99€ e allo Stadio Lanfranchi durante le gare interne delle Zebre del 23 Dicembre 2018, 6 e 19 Gennaio 2019.

Il ricavato sarà devoluto a Magicaburla Onlus, Associazione di clownterapia per i bambini in ospedale.

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