#SenzaMusica: i musicisti chiedono inclusione e garanzie nel DL Rilancio

La Festa della Musica di ieri, 21 giugno, ha assunto immagine visiva (e uditiva!) insolita in Piazza Duomo a Milano, con il flashmob di decine di musicisti, tecnici e lavoratori, compresi diversi “grandi nomi”. Disposti in piedi e distanziati, in silenzio e di nero vestiti, si sono uniti alla protesta iniziata settimane fa dal coordinamento La Musica Che Gira e dal Forum Arte e Spettacolo per richiamare l’attenzione del Governo sulla situazione di questo settore professionale, fortemente vessato dalla crisi pandemica dei mesi trascorsi.

«Non sono lavoratori diversi dagli altri», ha detto Ghemon, fra i più noti presenti alla manifestazione, «ma a loro non sono state garantite misure emergenziali che sono state garantite invece ad altre categorie di lavoratori.» Insieme a lui anche Levante, Lodo Guenzi, Cosmo, Diodato e Manuel Agnelli, leader degli Afterhours da anni impegnato in ambiti di diritti d’autore e sicurezza nel campo spettacolo.

Come espresso nel comunicato con cui l’unione di manager, produttori, artisti, musicisti, tecnici, consulenti, promoter, etichette discografiche, agenzie di booking, proprietari di live club e uffici stampa ha dato il via alla mobilitazione #senzamusica #iolavoroconlamusica lo scorso 13 giugno, è in Parlamento già in questi giorni il pacchetto di emendamenti al Decreto Rilancio per la salvaguardia del settore culturale della musica e dello spettacolo. Sarebbe sufficiente approvarlo.

«Nella Musica lavorano in moltissimi, non solo i musicisti e i cantanti. La Musica crea cultura, educa, emoziona, intrattiene e, se non bastasse, produce economie importanti dando lavoro a centinaia di migliaia di persone che oggi, causa Covid, rischiano di restare a casa», si legge nelle dichiarazioni ufficiali, oltre che a commento dei numerosi e trasversali post social pubblicati da artisti e addetti ai lavori a ogni livello. «Ci sono degli emendamenti presentati alla camera al DL Rilancio che ci riguardano. Chiediamo che la politica non li ignori, adoperandosi al più presto per dare finalmente dignità a tutti coloro che lavorano per la Musica.»

Il messaggio è chiaro, con una prima soluzione possibile: mettere in discussione e approvare in Parlamento le proposte concrete presentate, la quasi totalità delle quali non sono state ancora prese in considerazione dal Governo. Un annoso problema cultural-istituzionale del nostro Paese, in cui il settore musica/spettacolo è da sempre considerato para-professionale, senza che ne venga riconosciuto il valore produttivo e finanziario, oltre che artistico. Non è stato invitato ufficialmente agli Stati Generali dell’Economia, e allo stesso tempo parte della cosiddetta “musica leggera” è esclusa dalle politiche del MIBACT.

Oltre al flashmob mattutino, è stata pubblicata ieri su tutte le piattaforme digitali, e condivisa dagli occupati del settore che hanno aderito, una traccia audio composta da 3’8″ di black noise (o white, che dir si voglia), a rappresentare «una vita senza musica». Il nome dell’autore, fittizio, è appunto #SENZAMUSICA, e il titolo è la data 21/06/2020, con #iolavoroconlamusica come “etichetta” produttrice. Resterà online per una settimana, e i proventi saranno devoluti al fondo Music Innovation Hub.

Alle 22 sempre di ieri, invece, gli organizzatori di tutta Italia della Festa della Musica sono stati invitati a creare un momento di silenzio «per unire simbolicamente l’intero Paese e far comprendere alle persone e alle istituzioni che dietro ogni disco e a ogni live, in ogni spazio culturale, in ogni Festival o Live Club, nei grandi eventi, negli stadi, nei palazzetti o nelle feste di piazza che animano tutto il Bel Paese, c’è il lavoro di una squadra di persone.»

Sarebbe da auspicarsi che questa mobilitazione sia solo l’inizio di un percorso, e che tutti i lavoratori della musica siano riconosciuti nella loro dignità di professionisti, magari dando vita a una nuova era di coesione e unità culturale e di intenti. Sarebbe altrettanto auspicabile che una mentalità scevra da provincialismi, clientelaggio e approssimazioni artistiche e lavorative di sorta raggiungesse i “piani alti” di chi si occupa di concorsi e manifestazioni di spettacolo live, oltre che il Governo.

Lo ha espresso efficacemente Tiziano Ferro: «Sono solo canzonette? No. Sono migliaia di famiglie di lavoratori onesti. Sono milioni di Euro a vantaggio del PIL italiano. Terremoti e pandemie, la musica c’è sempre stata. E non solo “per farci divertire”.»

https://www.instagram.com/p/CBQhJPEFLco/

Gli emendamenti proposti nel Pacchetto #senzamusica, per punti

A tutela di tutti i lavoratori intermittenti dello spettacolo, le imprese e i professionisti in partita IVA:

● estensione ai lavoratori intermittenti del mondo dello spettacolo delle indennità assistenziali previste a causa del lockdown e della NASPI;

● riconoscimento di un’indennità a tutti i lavoratori dello spettacolo sino a che non sarà possibile una reale ed effettiva ripartenza del settore;

● proroga del termine per il versamento delle imposte e dei contributi previdenziali;

● credito d’imposta del 60% del canone di locazione per i luoghi dello spettacolo fino a settembre;

● destinazione di ulteriori risorse a fondo perduto, nell’ambito degli aiuti previsti per il settore culturale, appositamente per il mondo extra FUS;

● estensione dell’Art Bonus alle realtà extra FUS;

● utilizzo delle risorse originariamente destinate alla “Netflix della cultura” per la creazione di un fondo di sostegno per le realtà del mondo della musica dal vivo che possa compensare i minori introiti dovuti alle restrizioni sulle capienze;

● inserimento dell’industria discografica ed editoriale musicale all’interno del fondo ex 183, comma 2 del DL rilancio, originariamente destinato prevalentemente alla filiera editoriale;

● istituzione di un bonus per i musicisti per l’acquisto di uno strumento Made in Italy;

● incremento del fondo destinato al Bonus Cultura;

● possibilità di detrarre nella dichiarazione dei redditi una parte delle spese sostenute per l’acquisto di beni ed eventi culturali.

Leggi il documento programmatico di La Musica che Gira qui.

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