Sofia Loren in “Dinner’s ready”: inclusione e diversità nel nuovo spot Barilla

Drag queen, artisti, influencer. E Sofia Loren. Tutti insieme appassionatamente per mostrare che “Dove c’è Barilla c’è Comunità”, non più “casa”. È il nuovo spot della grande azienda alimentare italiana in collaborazione con GCDS (God Can’t Destroy Streetwear), il brand di moda genderless dei fratelli Giuliano e Giordano Calza.

Si tratta di “Dinner’s ready”, un vero e proprio corto diretto da Nadia Lee Cohen che ripara di gran lunga la gaffe di Guido Barilla nel 2013. Sei anni fa, rispondendo ai microfoni di Radio 24, aveva dichiarato che nelle loro pubblicità non ci sarebbe mai stata una famiglia omosessuale poiché erano per la “famiglia tradizionale”.

Oggi invece il cambio di rotta è evidente, e così nello spot che mostra “The New Barilla” vanno in scena attori queer come la youtuber transgender Nikita Dragun e le drag queen West Dakota e Violet ChachkiE poi ancora le modelle Lindsey Wixon, Anna Cleveland e Aweng Chuol.

Ispirato ai retroscena technicolor degli anni ’60 (dai film di Douglas Sirk e Alfred Hitchcock), il corto si svolge tra vivaci periferie metropolitane, jazz club e altri ambienti della quotidianità di un cast stellare: tutti sono in attesa di “un pasto da fare almeno una volta nella vita”.

Protagonista, ovviamente, è la “nostra” Sofia Loren: “È pronto!”, annuncia l’attrice italiana, invitando tutti i commensali a prendere il loro posto a tavola per gustare un buon piatto di spaghetti al pomodoro. Di sottofondo, un’incisiva “L’amour est un oiseau rebelle” della celebre Carmen di Bizet.

Tutto è partito all’inizio dell’anno con il lancio di una capsule collection di felpe e berretti: a febbraio, la linea era comparsa sulle passerelle della fashion week milanese. Ora arriva anche un’edizione limitata di scatole fucsia disegnate da GCDS (rintracciabili in 90 punti vendita Esselunga): un colore particolarmente appariscente e lontano dal “rassicurante” e “tradizionale” blu per il quale la storica azienda parmigiana ci ha abituati.

Insomma: inclusione, modernità e tradizione si fondono magistralmente insieme. Proprio come un piatto di spaghetti al pomodoro da gustare fino in fondo. Per buona pace di alcuni politici nostrani che ancora (come successo proprio pochi giorni fa) si ostinano a mettere alla gogna tutti i tipi di famiglia esistenti. Come se concedere dei diritti ad alcuni (le famiglie omogenitoriali, fino ad ora composte cittadini di serie B nei fatti), possa significare eliminare o minacciare i propri. I conti non tornano. Intanto le aziende fanno passi avanti. La politica (tutta), prima o poi, ci arriverà.

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