Unioni civili: l’amore non ammette obiezioni di coscienza

Le unioni civili sono ormai realtà, ma le polemiche continuano, soprattutto a seguito delle parole di Papa Francesco nella sua intervista al quotidiano francese La Croix sul rispettare la coscienza di quei sindaci che proprio non sopportano che due persone dello stesso sesso possano convogliare a nozze. La legge Cirinnà non prevede alcuna clausola a riguardo e per questo il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, aveva chiesto ai “suoi” sindaci di essere disobbedienti. Ligi al “dovere”, ma contrari alla legge, duecentoventi sindaci della Lega Nord, se si presenterà l’occasione, infrangeranno la legge non celebrando le nozze tra persone dello stesso sesso. Anche la delega, se non per motivi strettamente personali, non risolverebbe il problema perché si potrebbe incorrere nell’omissione d’ufficio.

Cosa significa quindi essere obiettori di coscienza in questo caso? Significa negare ad una coppia il diritto di sposarsi, cosa che con il testo Cirinnà sulle unioni civili, potrebbero fare per legge. In un Paese come l’Italia, ufficialmente laico, ma in cui conta molto la parola del Vaticano, le unioni gay vengono viste da molti con disprezzo o addirittura come un’eresia, ma la verità è che questa è la svolta che il Paese aspettava per divenire più moderno e più tollerante, nonostante ancora oggi molti ragazzi omosessuali soffrano l’emarginazione dal gruppo, e a volte finiscono per suicidarsi.

Che la Chiesa, Salvini e il suo team di sindaci accettino che le unioni civili sono divenute legge e presto attuate. Non si può essere obiettori negando un diritto che loro stessi hanno da sempre soltanto per “natura” , è un atto squallido, come l’aver negato per secoli il voto alle donne solo perché considerate un tempo inferiori agli uomini.  L’amore è universale e adesso (in Italia) anche tutelato dalla legge. Love (and marriage) is for Everyone: Matteo Salvini, fattene una ragione.

Foto: ©  YouTube – Radio Vostok.

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