25 aprile: il giorno contestato dagli eletti grazie alla Liberazione

«Chi fa politica non può ignorare la storia». Lo dice Liliana Segre, lo dice Anpi, lo dicono tutti coloro che portano dentro di sé la memoria. Perché crimini contro l’umanità – come quello del nazifascimo – non si ripetano più. E così il 25 aprile, la Festa della Liberazione, torna rombante in questo 2019 pieno di retoriche polemiche.

Di fatti, tra i primi a voler mettere in sordina l’anniversario della Resistenza è stata Laura Ferrari. La sindaca di Lentate sul Seveso (Brianza) ha deciso di cancellare corteo e discorsi per il 25 Aprile, limitando le celebrazioni alla deposizione di una corona al monumento ai Caduti.

Questo, «per evitare strumentalizzazioni, perché il 25 Aprile non è una festa della sinistra» ha spiegato. Eletta con Forza Italia, e moglie del capogruppo leghista al Senato Massimiliano Romeo, è ferma sulla sua decisione: «Non torno indietro, sono convinta della mia scelta» ha assicurato alla stampa. Le ha fatto eco, a Seveso, il sindaco leghista Luca Allievi che ha deciso di escludere l’Anpi dai discorsi ufficiali per il 25 Aprile.

E ovviamente non poteva mancare il Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, affermando che la vera liberazione è quella dalla mafia. Così oggi la senatrice a vita Liliana Segre, 88enne sopravvissuta all’Olocausto, si è espressa tramite un’intervista al Corriere della Sera. «Con ognuna di queste dichiarazioni – ha sottolineato – chi ha dato la vita muore una volta di più. Non penso solo ai partigiani, ma anche ai militari italiani, morti di stenti, malattie, in un campo di concentramento, pur di non aderire alla Repubblica Sociale».

Di fatti, se non fosse stato per il 25 aprile, quei sindaci, quei ministri, quei rappresentanti del popolo non sarebbero potuti essere eletti. Non esisterebbe la democrazia (o almeno non sarebbe tornata) nel nostro Bel Paese.

E allora, a ricordarci l’importanza della Festa della Liberazione dell’Italia dal giogo nazi-fascista arriva anche l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia con un comunicato stampa: «Nessuno riuscirà a cancellarla. Ci riferiamo, in particolare, a chi cerca di negarla, paragonandola ad uno scontro tra fascisti e comunisti, mentre essa fu lotta vincitrice del popolo italiano contro il nazi-fascismo; a chi continua a gettare fango e fuoco sulla memoria delle partigiane e dei partigiani; a chi tenta con il solito argomentare razzista e ignorante di riportare l’orologio della storia al ventennio del criminale Benito Mussolini».

Anche perché, precisa Anpi, il 25 aprile «ricorda la vittoria degli ideali di libertà e democrazia che hanno spazzato via la dittatura. È il canto corale delle origini autentiche della nostra Repubblica. La maggioranza delle cittadine e dei cittadini italiani si riconosce con coscienza, fedeltà, entusiasmo e passione civile nella Festa della Liberazione. Saremo in piazza in tantissimi per ricordare che l’onore della Patria fu difeso dal suo popolo e per portare avanti ancora una volta gli ideali per cui lottarono i partigiani: un Mondo di Pace, più giusto e libero».

E poi c’è anche il pungente Emiliano Rubbi a dire la sua di fronte al rifiuto del numero uno leghista di partecipare alla Festa della Resistenza: «Cosa dovrebbe andare a fare, lì? A festeggiare la Liberazione dalla dittatura fascista? A festeggiare quella democrazia che gli ha permesso addirittura di farsi eleggere ministro? Fa bene Salvini a non andare alle celebrazioni del 25 aprile. Lì si festeggiano i valori della democrazia, della Costituzione antifascista, quella che parla di cittadini “uguali” senza distinzioni di “sesso, razza e religione”. È giusto che i maiali non vadano a ballare – chiosa il regista – ma restino a grufolare nel letame, dove si trovano a loro agio».

Qui tutti gli eventi di Anpi per il 25 aprile

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