Anna – Lettera a un amico in un tempo sospeso

Cosa ne è della vita di prima? Di quella che era la nostra routine, la vita di tutti i giorni? La città ha un’aria spettrale, in giro poche persone, con guanti e mascherina, alle volte si incontra qualcuno con l’aria un po’ strana. E ora ci tocca stare chiusi in casa come se fosse una prigione e l’unica libera uscita è per fare la spesa o per andare in farmacia.

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Le preoccupazioni di prima mi sembrano ridicole ora, quando viviamo in un tempo sospeso che ancora non sappiamo quanto durerà, quando torneremo alla vita di sempre. Mai, noi figli del benessere, nati fra gli anni sessanta e settanta, avremmo potuto immaginare di vivere una pandemia, di ascoltare i telegiornali come bollettini di guerra. Davvero sembra di vivere in un film o un telefilm, ogni tanto mi dico, mi sveglierò e sarà stato solo un brutto sogno. E invece no. È tutto dannatamente reale. Mi ritrovo ad ascoltare musica, le canzoni preferite, per non pensare.

Mia figlia anche lei, talvolta si sente smarrita, a volte la sera fatica ad addormentarsi, bisogna confortarla, assicurarle che andrà tutto bene. Andrà davvero tutto bene? E soprattutto quanto durerà questa Attesa, con la A maiuscola, che ci logora e ci stanca? E poi, sicuramente pagheremo un prezzo alto per tutto questo, un prezzo troppo alto. Quando potremo riabbracciarci? Speriamo che tutto ciò ci insegni qualcosa, a dare il giusto valore alle cose.

Chissà se anche i nostri figli capiranno che sono più gli affetti che valgono rispetto alle cose materiali. Guardando mia figlia penso che talvolta per lei tali oggetti sono come dei feticci, come se, questa generazione del “tutto e subito”, avesse bisogno di cose per riempire dei vuoti. Eppure ho cercato di colmarla di tutto l’affetto possibile, cosa ho sbagliato? Purtroppo il manuale dei perfetti genitori non esiste. Si cerca di fare del nostro meglio, almeno cerchiamo di farlo con tanto amore.

Si ritorna al discorso iniziale: l’illusorio, affannoso elogio del benessere, il prevalere dell’avere sull’essere ci ha portato a una generazione legata a delle macchine. Succederà quello che veniva preconizzato da tanti autori di fantascienza o di romanzi distopici? Sono convinta che ci sia una strada tracciata per tutti noi. Tante persone sono morte o sopravvissute a un incidente per un gioco del destino. Talvolta per un’assurda serie di coincidenze ci si ritrova nel posto sbagliato o giusto a seconda dei casi. Lo hai mai notato? A che cosa ci porteranno le coincidenze di questo periodo? Per il momento nessuno può dirlo. Solo dopo saremo in grado di dirlo. Per ora possiamo solo aspettare e resistere.

Anna

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