Junior Cally fuori da Sanremo 2020? Più di 20mila firme contro la sua partecipazione al Festival

“Chiediamo alla RAI di non fare esibire sul palco di Sanremo il cantante Junior Cally”. Così la petizione lanciata su Change.org da Carmen Cera a nome dei docenti del Liceo Scientifico Nicolò Palmeri di Termini Imerese che in 24 ore ha superato le 20 mila firme.

La richiesta si scaglia contro la partecipazione del rapper alla 70esima edizione del Festival della Canzone Italiana, in particolare per i contenuti del brano e del videoclip di “Strega” da lui pubblicati nel 2017. Nel testo di questo pezzo, infatti, Junior Cally utilizza un linguaggio “sessista, oltraggioso e pericoloso”, ovvero: “L’ho ammazzata, le ho strappato la borsa. C’ho rivestito la maschera”. Nel video, inoltre, il rapper – come scrive il gruppo sulla petizione – “si muove minacciosamente di fronte ad una ragazza legata mani e piedi ad una sedia con un sacchetto sulla testa”.

Con la richiesta di esclusione dalla kermesse sanremese di Junior Cally si ribadisce un tema sul quale si è alzata sempre di più l’attenzione ma c’è ancora tanta strada da fare: “La violenza sulle donne deve essere combattuta pubblicamente ed esplicitamente – scrivono nella petizione – soprattutto a livello culturale. I media hanno in questo un ruolo fondamentale affinché il lavoro quotidiano degli educatori non venga vanificato in nome delle leggi del mercato”.

Insomma difficile accettare il rapper mascherato romano sul palco dell’Ariston. Così difficile che pure Monica Bellucci ha dato forfait. Una mossa decisa anche dopo le polemiche contro il conduttore Amadeus e le sue uscite infelici verso le “belle donne”. Grande critica anche da Michelle Hunziker: “Siamo in tanti a cercare di invertire una cultura profondamente sbagliata rispetto alla percezione che hanno le donne in questo paese… ma evidentemente non basta” ha detto.

Nel frattempo dietro le quinte si procede con cautela: dopo l’altolà del presidente Rai Marcello Foa, il presidente della Vigilanza, Alberto Barachini (FI), ha scritto allo stesso Foa e all’Ad Fabrizio Salini per chiedere di evitare che all’Ariston “vengano diffusi messaggi lesivi dei diritti e della dignità della persona, o inquadrabili nel fenomeno dell’hate speech”. Mentre si è già svolta una riunione tra Salini e il neo direttore di Rai1, Stefano Coletta.

Caso Junior Cally al Festival di Sanremo: verso un cambio culturale?

Dal fronte musicale Enzo Mazza, ceo di Fimi, invita alla massima cautela: “Il rap, e più in generale la musica urban, è costituito da forme di linguaggio spesso molto crude e dirette”. E sottolinea anche che il festival “ha dovuto necessariamente fare i conti con un repertorio ‘difficile’ per il pubblico tradizionale. Ma è un’evoluzione irreversibile”. Per questo “le polemiche ci stanno, la censura, magari preventiva, certamente no”. Anche per Paola Zukar, signora del rap italiano, manager di artisti come Fabri Fibra, Marracash, Clementino, “non si può prendere il rap, portarlo al Festival, poi spacchettare i testi e decontestualizzarli. Così non si va da nessuna parte”. 

Dal fronte politica, invece, per una volta sono tutti, ma proprio tutti, d’accordo. Dalla Lega al Pd, da Forza Italia a Leu, la voce è univoca: la violenza contro le donne va condannata, fuori Junior Cally da Sanremo.

Ma se la voce non può che essere univoca, è anche vero che il caso non ha precedenti: fino ad ora non è mai stata fatta un’analisi dei testi “retroattiva” e tale azione richiederebbe anche una modifica al regolamento (di fatti Junior Cally è stato scelto per concorrere all’edizione 2020 con la sua “No Grazie”, una canzone polemica verso i principali politici italiani, da Salvini a Renzi).

In ogni caso il cambiamento della burocrazia, così come quello della cultura, non può che essere inevitabile. Rispetto agli anni in cui eravamo circondati da pubblicità e canzoni sessiste, che facevano della donna una suppellettile utile alla pulizia della casa, il vento è cambiato. Ed è ora che anche sul palco del più importante festival della canzone italiana si rispecchi questo cambiamento. Intanto il tempo stringe, dal 4 all’8 febbraio 2020, comunque vadano le cose, andrà in scena il 70esimo Festival della Canzone Italiana.

Qui il link diretto alla petizione.

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