Libia sotto assedio: più di mezzo milione di bambini vittime del conflitto

Intensificata la violenza dei combattimenti in Libia tra le milizie del generale Haftar e le truppe del governo di accordo nazionale guidato da Serraj. La città maggiormente coinvolta è Tripoli, la capitale.

Conflitto a Tripoli: «Tutelate i bambini»

A causa del conflitto, quasi mezzo milione di bambini a Tripoli, e altre decine di migliaia nei sobborghi a ovest della capitale, vivono in una situazione immediata di pericolo.

Per questo è intervenuto Abdel-Rahman Ghandour, rappresentante speciale dell’UNICEF in Libia: «Chiediamo a tutte le parti in conflitto di tutelare tutti i bambini, in ogni situazione, e di mantenerli fuori dalle violenze, in linea con quanto prescrive il diritto internazionale umanitario.
L’Unicef ammonisce tutte le parti ad astenersi dal commettere gravi violazioni contro l’infanzia, inclusi il reclutamento e l’impiego di minorenni nei combattimenti».

La richiesta di aiuto dei rifugiati in Libia

Anche l’area circostante il Centro di detenzione di Ain Zara è teatro di scontri pesanti. Come riferito a UNHCR, alcuni rifugiati temono ora per la loro incolumità a causa degli scontri in corso nella zona e denunciano di avere ormai a disposizione una quantità minime di scorte.

«In Libia molti rifugiati e migranti sono soggetti a terribili depravazioni. Ora sono ancora più esposti a seri rischi e non deve essere tralasciato alcuno sforzo volto a trarre in salvo tutti i civili e a garantire loro un luogo più sicuro», dichiara Matthew Brook, Vice Capo Missione dell’UNHCR in Libia.

Di fatto, da quando sono scoppiati gli scontri nella capitale libica, oltre 3.400 cittadini sono stati costretti alla fuga e molti altri sono rimasti vittime del fuoco incrociato, impossibilitati a mettersi in salvo.

Anche per questo, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati ribadisce la propria posizione secondo cui le condizioni in Libia non sono sicure per i rifugiati e i migranti soccorsi o intercettati e che, pertanto, essi non devono esservi ricondotti.

Così, il sollecito da parte di tutte le organizzazioni umanitarie è quello di chiedere il rispetto degli obblighi legali internazionali volti ad assicurare l’incolumità di tutti i civili e l’integrità delle infrastrutture, oltre che a garantire un accesso incondizionato, sicuro, duraturo e senza impedimenti degli aiuti umanitari alle aree colpite.

Foto © Unicef

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