Luigina – Lettera ai giovani

Su proposta di una cara amica scrivo una lettera che ha come mittente i giovani, non molto colpiti da questo flagello del Covid19.

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Io credo che la loro generazione potrà scoprire un’umanità più paritaria. Mi auguro che gli uomini e le donne assieme si guardino senza distinzioni, senza rancori e pregiudizi e possano essere invece come guardiani della Terra, che lasceremo loro non in condizioni ottimali. La natura, che si fa padrona delle nostre vite, dovrá essere allo stesso modo trattata: con rispetto e lungimiranza. Non deve valere la legge del “vitello d’oro”, del guadagno facile e a tutti i costi ma della perseveranza della vita, nel contesto di altre forme vitali da tenere in considerazione e rispettare.

L’uomo deve imparare ad ascoltare anche le voci deboli, degli indiani d’America, che al superlativo vivevano in armonia con la natura. Dalla lettera del capo indiano Seattle al Presidente Franklin Pierce: “Quest’acqua scintillante che scorre nei torrenti e nei fiumi… è il sangue dei nostri padri”  – sepolti nella terra – “tutte le cose respirano con la stessa aria… l’aria divide il suo spirito con TUTTI quelli che fa vivere… Tutte le cose sono legate fra loro. Dovete insegnare ai vostri figli che il suolo che calpestano é fatto delle ceneri dei nostri padri…. la terra è la madre di tutti noi”.

Aggiungo: finché la possiamo abitare….

La voce dei poveri del mondo – che, se lo sono è perché c’è anche un’opposto formato dai ricchi – si esprime così: “Se si muore nel Terzo Mondo sembra una normalità, la sofferenza sembra che spetti solo a noi, nessuno si cura di noi e del nostro benessere, solo perché il guadagno non c’è, non si ha nessuna utilitá”. Semmai l’utilità è nel vendere loro le armi per distruggerli. Ebbene, molti dicono ora: a cosa servono le armi se non abbiamo quelle per difenderci dal virus?

Uomo che può essere grandioso quanto minuscolo, rimani quello che sei col cervello ma anche col cuore: pensa e crea ma anche e sempre col cuore. E se crei, non creare per distruggere, perché la distruzione non porta buoni frutti. Sii buono con te stesso e con quello che ti circonda.

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