Al via una campagna di sensibilizzazione contro il cyberbullismo. Arriva Crushing Pandora, una challenge tutta…
Musica, coraggio e simpatia (quella tipica modenese), da Tú Sí Que Vales e J-Ax alle scuole di tutta Italia. Marco Baruffaldi, 23enne di Castelfranco Emilia con sindrome down, da un paio d’anni ha unito il suo amore per il rap e la batteria al coraggio per sfidare il bullismo.
Sì, perché – come ha raccontato in una video testimonianza – durante le scuole medie è stato maltrattato brutalmente, c’era chi lo prendeva a calci e chi, come la sua insegnante di sostegno, a lui riservava sberle.
Così si è armato di coraggio, come quello di suo papà Arnaldo, ex Vigile del Fuoco sempre al suo fianco, e ha deciso di combattere il bullismo a suon di musica a partire dalla sua canzone rap “Siamo Diversi Tra Noi”.
Proprio con questo singolo, il 3 novembre 2018 ha solcato il palco di Tú Sí Que Vales, il talent show di Canale5 con Maria De Filippi, Gerry Scotti e Rudy Zerbi. E quell’esibizione ha talmente commosso il cast che il giorno della semifinale è tornato per esibirsi, a sorpresa, con il suo idolo J-Ax.
Inoltre, Marco è stato ospite di diversi programmi televisivi, ha ricevuto il premio legalità Cristina Pavesi, vittima innocente della malavita organizzata e la nomina come Messaggero di Pace da parte dell’organizzazione Funvic Club Unesco.
Oggi continua a girare le scuole di tutta Italia per diffondere la sua testimonianza contro bullismo e violenza mentre i proventi del suo CD sono destinati al comitato “Diversamente abili diversamente arte” con lo scopo di creare un’azienda gestita interamente da personale disabile.
Leggi l’intervista sotto al video
«Ho 23 anni e sono un ragazzo con sindrome down, sono fiero di averla».
«La sindrome down per me è un modo di essere nella vita».
«Consiglio di parlare con tutti, qualsiasi violenza si subisca. Parlate con i ragazzi, con i genitori, con gli insegnanti, con i presidi e, se non vi ascoltano, andate in caserma dai Carabinieri a raccontare i fatti».
«Gli direi di vergognarsi di quello che ha fatto, non si rende conto del male che fa».
«Come dico sempre, ed è una frase ormai diventata il mio motto e il motto di tutti noi disabili: la diversità non va guardata da ciò che ti rende diverso, ma da ciò che ti rende uguale. Questo significa che anche se tutti noi siamo diversi, con pregi e difetti, siamo a posto così. Pensa che noia se fossimo tutti uguali. Se fossimo tutti Valentina, se fossimo tutti Marco, il mondo sarebbe una noia mortale».
«Ha significato tutto. A Tú Sí Que Vales non ho vinto ma cantare con J-Ax è stata la mia vittoria. Visto che anche lui è stato bullizzato, si è emozionato anche lui. È stata un’emozione per tutti e due. È stato incredibile».
«In effetti non ci ho mai pensato, posso dire che, anche se sono stato bullizzato, vado avanti e ci combatto ancora. Sono orgoglioso e sono contento di quello che porto avanti. Porto una bella responsabilità per i ragazzi diversamente abili che subiscono atti di bullismo. Voglio continuare su questa strada. Ho già cominciato a fare il giro delle scuole… sono andato fino a Brindisi a parlarne».
«In tanti mi chiedono come faccio ad andare avanti nonostante io sia stato vittima di bullismo. Come fai a fare quello che certe persone non riescono a fare? Io rispondo che ci vuole coraggio. Vero, essendo anche figlio di un vigile del fuoco si può dire che ho nel sangue il coraggio. Questo non lo nego… ma il coraggio ci vuole sempre, in ogni occasione».
«Sì, il mio futuro lo vedo molto chiaro, lo vedo molto orgoglioso. Ho già un disco bello rigoglioso in produzione».
«È tutto e va vissuta bene. Come si dice: “Vivi e lascia vivere”».
«La mia canzone, nella versione che ho cantato con J-Ax».
Ci sono anch’io a questo mondo
servo pure io, servo pure io
e sai cosa ti dico
che il mondo fa schifo, schifo, schifo
la mia diversità è la mia qualità
e se questo tu non sai
amico mio non sarai mai, mai
Sai cosa mi chiedo, chiedo, chiedo
dove sarà domani
dove sono i miei piani
dove saranno i miei sogni, sogni, sogni
tendimi le mani
tendimi le mani
non giudicare il mio corpo
anche se è un po’ storto
Anche perché tu non sei uguale
se mi aiuterai
tu diverso non sarai
guardami, ascoltami
anche io provo dolore
provo emozione
anche io
sudare, amore, amore, amore
non sfottermi dai
non sfottermi mai, mai
io ho bisogno oggi, oggi, oggi
siamo diversi tra noi
siamo diversi tra noi
Tendimi le mani
non giudicare il mio corpo
anche se è un po’ storto
Io abito qua, abito
ma differenza non fa
ci sono anch’io a questo mondo
servo pure io, servo pure io
e sai cosa ti dico
che il mondo fa schifo
la mia diversità
è la mia qualità
e se questo tu non sai
amico mio non sarai mai