Marco – la solitudine di un canto prigioniero

Mi trovo per la prima volta solo davvero. Sono solo, in casa, la stufa che va, quel poco per mantenermi caldo almeno il corpo, perché l’anima è un po’ infreddolita.

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Già. Sono un musicista, una persona social ma sociale, bisognosa di contatti, di sguardi, di scambio vero, di abbracci e baci. Il mio sax mi osserva mentre scrivo tutto questo. Ma sono solo, chiuso nel mio eremo su tre piani che oggi faccio fatica a vivere a piano terra.

Sento il silenzio entrare dagli infissi un po’ logori, sento il profumo della primavera e lo sbattere d’ali degli uccelli. Fino a poco fa non sentivo nemmeno il loro canto. Che strano. Silenzio, strade vuote, poche e rade voci che subito attirano la mia attenzione: che cosa sta accadendo?

Poi torno al punto di partenza, seduto, il portatile acceso, musica amena, leggo i messaggi, i giornali poi le sirene di un’ambulanza mi destano e penso a chi stavolta sarà toccato. Sono consapevole di quello che succede negli ospedali perché conosco tanta gente che lì sta dando il meglio di sé.

E conoscevo anche molta gente che ora non c’è più: portata via in un lampo.
Io resto qui, solo, trincerato dietro le sbarre come un canarino senza voce, consapevole però che quando mi apriranno la gabbia, potrei non avere la forza di sopravvivere e caracollare disordinatamente verso la fine.

Solo, ma il silenzio è solo intorno perché dentro è un concerto di Wagner con l’orchestra al gran completo: la potenza dei fiati che dirompe verso l’esterno. Ma non c’è nessuno che può condividere con me quest’onda. C’è l’altra di onda, malefica, selettiva ma non troppo. Colpisce a caso e colpisce cattiva.

Mille domande senza risposta mentre la stufa accenna a spegnersi ed io voglio quel minimo di calore perlomeno sulla mia pelle. Per poter uscire da questa gabbia e cercare di stare sulle mie gambe da solo. Per poter riassaporare la vita che conoscevo prima anche se sarà tutto diverso, lo so. Cercheremo di essere noi stessi ma saremo diversi. E dubito saremo migliori.

Marco

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