“The greatest thing you’ll ever learn is just to love and be loved in return” (“La cosa più grande che tu possa imparare è amare e lasciarti amare”), cantava David Bowie in “Nature Boy”. E così hanno fatto i ragazzi del liceo scientifico Oriani a Ravenna per rispondere a un insulto, che non è un insulto di per sé: “Il preside è gay” aveva scritto qualcuno a gennaio sul muro dell’istituto.
E così il dirigente scolastico, Gianluca Dradi, ne ha approfittato per mutare un gesto di bullismo e degrado in un insegnamento: insieme all’assessorato alla Pubblica istruzione del Comune e della Provincia e l’Università di Bologna ha indetto un concorso per disegnatori e street artist con lo scopo di coprire la scritta discriminatoria e realizzare un murale a favore dei diritti Lgbti.
A vincere, tra 19 partecipanti, è stato Urka – al secolo Davide D’Angelo – disegnatore di Ascoli Piceno che ha realizzato una matita arcobaleno, in orizzontale, al posto della scritta omofoba. Sopra di essa compare invece la citazione di Bowie.
Un gesto così semplice ma così forte, che ha impressionato positivamente anche il neoministro all’istruzione Lorenzo Fioramonti: “Questo murale è il simbolo della vostra capacità di reagire, di accogliere e aiutare chi ha pensato che le parole fossero solo parole, che una scritta fosse solo una scritta. – ha scritto in una lettera inviata all’’istituto – La vostra comunità ha dimostrato che è possibile trasformare in bellezza persino un gesto inaccettabile e che agli attacchi si risponde sempre con rinnovato impegno nella costruzione di un contesto scolastico privo di violenza verbale e fisica, di ogni forma di discriminazione, di pregiudizi e disuguaglianze”.
“Chiudiamo in questo modo – ha affermato invece il dirigente scolastico Dradi (fonte ravennatoday.it) – una vicenda nata dall’intenzione di offendere che invece si è trasformata in un’opportunità di riflessione e di crescita grazie alla reazione della comunità scolastica ma anche dell’intera città a cui mi sento orgoglioso di appartenere”.
Foto apertura © pagina Facebook Urka