Viaggio guidato nella Costituente cilena grazie a David Muñoz Gutierrez, esule cileno

Il Cile continua a far parlare di sé, per quel progetto silenzioso ma coraggioso che sta traghettando quel “lungo petalo di mare” fuori dai residui del regime di Pinochet verso una completa democrazia, grazie ad una nuova costituzione.

Ne parliamo ancora una volta con David Muñoz Gutierrez, esule cileno, collaboratore di Allende, presente il giorno del golpe, che è riuscito a rifugiarsi presso l’ambasciata d’Italia a Santiago e da lì a raggiungere l’Italia, dove tuttora vive, a Bologna.

Qual è l’iter per la stesura e l’approvazione della nuova Costituzione?

“Il 4 di luglio ha cominciato il suo periodo di riunioni la C.C. (Convencion Constitucional, n.d.r.) che in Cile dovrà scrivere la nuova Costituzione del paese che, alla fine del processo -se tutto andrà per il verso giusto-, andrà a sostituire la Costituzione del 1980, imposta dal regime militare diretto dal dittatore Pinochet. Le aspettative sono molte e molti settori del paese sono mobilitati per mantenere viva l’attenzione sui lavori della C.C. L’assemblea ha 9 mesi per scrivere la nuova Costituzione. Nel caso non riuscisse a redigerla in 9 mesi, potranno avere altri 3 mesi supplementari. Alla fine, il nuovo testo sarà messo all’ approvazione dei cittadini tramite un plebiscito. Nel caso il popolo la approvasse, sarà promulgata dal Presidente in carica. Nel caso fosse rifiutata, continuerà ad essere valida quella imposta dal dittatore nel 1980”.

Chi presiede la Costituente?

“Sempre il 4 di luglio è stata eletta Elisa Loncon.  Appartiene ad uno dei popoli originari del Cile e fa parte dei 17 membri dei popoli originari eletti alla costituente. Ora si sta procedendo all’elezione di un/una vicepresidente dell’assemblea”.

Durante la Costituente chi esercita le funzioni di governo?

“Mentre la C.C. porta avanti i suoi lavori, tutti gli organi costituzionali attuali continueranno a funzionare normalmente. Cioè il Presidente ed il Parlamento continueranno a legiferare anche su materie che la C.C. considera necessario per la futura costituzione, qualora entri in vigore. Tuttavia la legge 12200 ha deciso che di alcune materie l’assemblea non si debba occupare, specie quelle che si riferiscono agli accordi internazionali firmati dal Cile”.

Come valuta lei questa legge?

“A mio avviso è un elemento preoccupante. E anche alcuni costituzionalisti cileni hanno fatto notare che con questa legge i governanti attuali hanno voluto segnare il campo nel quale i costituenti  possono muoversi”.

Nonostante questa legge, cosa si aspetta da questo processo di revisione costituzionale?

“Le speranze sono tante, ma anche i dubbi su un esito veramente positivo e progressista sono tanti. La destra cilena, dopo le ultime elezioni regionali, comunali e dei membri dell’assemblea costituente (dove hanno ricevuto una totale batosta) si stanno ricompattando per riuscire nel lavoro di ostruzionismo nell’assemblea al fine d’impedire che si arrivi a degli accordi troppo progressisti. Non hanno i numeri, ma un gruppo di indipendenti, non ben identificati politicamente, creano in diversi osservatori delle preoccupazioni. Staremo a vedere, un anno è un periodo molto lungo e, nel frattempo a novembre ci saranno le elezioni del nuovo Parlamento e del Presidente della Repubblica”.

Ringraziando David, gli chiediamo di continuare a tenerci aggiornati sulle vicende che il Cile sta vivendo, vicende che i media italiani passano indegnamente sotto silenzio.

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